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NovitàTrascrizione
00:00Extra. Tutti i colori
00:07dell'attualità. Con Claudio
00:10Michalizio.
00:16Bentornati, bentornati a destra.
00:19Lo abbiamo imparato in questi
00:21ultimi anni, non c'è soltanto la
00:24povertà, quella che gli esperti
00:25chiamano la povertà assoluta,
00:27l'indigenza nelle sue forme più
00:29grandi, le sue forme di povertà,
00:31la povertà sanitaria, quella
00:34energetica e spesso queste notizie
00:37quando le sentiamo dare al
00:39telegiornale quasi neanche più ci
00:41colpiscono perché abbiamo la
00:42percezione che siano soltanto
00:44numeri. In realtà dietro a queste
00:46statistiche ci sono storie di
00:48privazione, storie di sofferenza, di
00:50disagio profondo e talvolta bastano
00:53piccoli particolari a renderci
00:56davvero consapevoli di che cosa
00:58si stia parlando. Per esempio ci sono
01:00famiglie che hanno difficoltà a mettere
01:02in tavola un piatto adeguato anche se
01:06si tratta di sfamare dei bambini.
01:08Guardate.
01:09In Italia 200 mila bambini tra 0 e 5
01:12anni d'età vivono in povertà alimentare
01:14ovvero in famiglie che non riescono a
01:16garantire almeno un pasto proteico ogni
01:18due giorni. Rappresentano l'8,5%
01:21del totale e oltre la metà risiede a
01:24sud nelle isole dove la percentuale sale
01:26al 12,9% contro 6,7%
01:29del centro e 6,1% del nord.
01:32Quasi un bimbo su dieci nella stessa
01:35fascia d'età pari al 9,7%
01:37ha sperimentato la povertà energetica
01:39cioè ha vissuto in una casa non
01:42adeguatamente riscaldata in inverno.
01:46Tante facce della povertà un dato però
01:49accomuna questi segmenti il fatto che è
01:52un fenomeno in forte crescita che in
01:54Italia si accompagna anche a una
01:56crescente diseguaglianza sociale. Quanto
01:59emerge da un libro che è stato presentato
02:01in queste ore? Noi siamo collegati col
02:03dottor Nicola Cicala ricercatore della
02:05fondazione Giuseppe Di Vittorio.
02:07Intanto buonasera e benvenuto a Radio
02:09Roma News. Buonasera grazie dell'invito.
02:13Disuguaglianza e povertà Urbi et Orbi
02:16i giubilei e la società italiana. Questo
02:19è il titolo di un dossier che il vostro
02:21centro studi ha realizzato tra l'altro
02:23poi ci spiegherà anche perché facendo
02:26la fotografia dell'evoluzione di questi
02:28due fenomeni negli anni dei vari giubilei
02:31della storia recente della Chiesa
02:33Cattolica. Intanto come stanno evolvendo
02:36questi due fenomeni?
02:38Rispetto alla questione di come evolvono
02:43e di come questi temi si intrecciano con
02:47i giubilei vengo alla sua introduzione
02:51quando diceva che la povertà e le
02:54disuguaglianze hanno molte facce
02:57specificando che tra queste c'è anche la
03:00disponibilità di tempo. Spesso è una
03:04questione trascurata ma nell'analisi che
03:07noi abbiamo prodotto che ovviamente
03:09tratta la questione economica,
03:11sociologica, la questione dell'accesso alle
03:14cure mediche, all'istruzione però tratta
03:17anche un altro aspetto che è
03:19strettamente peraltro collegato con il
03:21mercato del lavoro, con la qualità del
03:23lavoro che si svolge e cioè la quantità
03:27di tempo di cui si dispone per sé e per
03:30i propri affetti e qui noi abbiamo
03:33trovato un primo collegamento con il
03:36mondo cattolico e quindi qui ci siamo
03:38voluti inserire nel giubileo, nel periodo
03:44che stiamo vivendo nella relazione con i
03:47due precedenti eventi giubilari, quindi
03:49un'analisi che è di lungo corso, gli
03:51ultimi cinquant'anni. Il tempo che viene
03:55a mancare perché sottratto alle persone
03:58da condizioni lavorative discontinue,
04:01disorganizzate, determina una mancanza di
04:06possibilità di alimentare quelle reti
04:08sociali che sono state per molti
04:10decenni, sicuramente tutti quelli degli
04:13anni settanta, ottanta fino all'altro
04:16giubileo, quello del duemila, uno degli
04:18strumenti con cui le disuguaglianze si
04:20contrastavano perché come dimostriamo
04:24nella nostra analisi, tra le tante sfere
04:28c'è anche quella della socialità che
04:31viene a mancare. La tendenza, lei mi
04:35chiedeva, ci porta a dire che l'Italia
04:38del venticinque rispetto a quella del
04:40millenovecentosettantacinque è una
04:42Italia, è un paese in cui le
04:45disuguaglianze sono molto cresciute fino
04:48ad avere oltre cinque milioni e mezzo di
04:50persone in condizioni di povertà e non
04:52solo in termini di povertà assoluta, ce
04:56ne sono altrettante a rischio di
04:58povertà, quindi in condizioni di
05:00potenziale marginalità sociale che
05:03richiedono interventi di contrasto tanto
05:07a livello locale quanto a livello
05:08nazionale e sarebbe da dire anche a
05:10livello sovranazionale perché ecco il
05:12tema della disuguaglianza è
05:15caratterizzato proprio dall'essere un
05:17tema che richiede un intervento a più
05:20livelli. Può fare molto anche il comune
05:24quindi il livello più diretto, quello
05:27dell'amministrazione locale ma serve
05:29che ci si muova in contemporanea anche a
05:32livello nazionale, a livello sovranazionale
05:35per dare risposte a questo fenomeno che
05:38è un fenomeno drammatico, che è un
05:40fenomeno come noi abbiamo detto in più
05:42passaggi del nostro lavoro che attendere
05:45può portare anche a indebolire il
05:48sistema democratico, forse già lo sta
05:51facendo, non è un caso che proprio nelle
05:55aree a maggiore difficoltà sul piano
05:59sociale, economico ci sia una maggior
06:03tendenza a non votare oppure a votare
06:07per chi si propone con soluzioni
06:09semplicistiche, visto che questo ormai è
06:13un dato abbastanza noto, che è stato
06:17diciamo analizzato e che non riguarda
06:20solamente l'Italia, ad esempio pure nelle
06:23ultime elezioni in Germania, proprio
06:27nell'area dell'ex DDR, della Repubblica
06:30Democratica tedesca, l'estrema destra
06:34avanza più che altrove, quindi
06:38disuguaglianze, il male del nostro tempo
06:41il motivo per cui ci intrecciamo con il
06:45giubileo è evidente, non solo per la
06:47caratteristica del giubileo, di questo
06:49giubileo e del messaggio che il Papa
06:51Francesco costantemente manda rispetto
06:55alle questioni della povertà, ma anche
06:57perché con il tempo che passa, con questi
07:02tre diversi momenti, il 75, il 2000 e il
07:062025 che si sono succeduti, noi abbiamo
07:09assistito ad una condizione di degrado
07:13sociale legato a una condizione economica
07:16che poi ci porta, lo ribadisco perché è
07:19fondamentale anche ad una potenziale
07:22deriva rispetto alla condizione
07:25democratica che abbiamo conosciuto dal
07:27dopoguerra d'oggi. Ecco questa è un'analisi
07:30assolutamente ampia, ovviamente
07:33sociologica non soltanto economica, dal
07:36vostro report emerge però anche come sia
07:39molto difficile ormai far incontrare una
07:43esigenza tangibile da parte delle classi
07:47più deboli della popolazione nei
07:51confronti per esempio della tendenza che
07:53dovrebbe avere uno stato di venire
07:55incontro, perché è vero ci sono sempre
07:58più poveri, si fa sempre più fatica anche
08:00chi magari ha un reddito da lavoro a
08:03garantirsi dei servizi essenziali però
08:05si ha quasi la percezione che la mano
08:07che fino a qualche anno fa lo stato
08:09tendeva ai più bisognosi si stia
08:11ritraendo, è una lettura sbagliata quella
08:14che abbiamo desunto leggendo il dossier?
08:18Assolutamente no, anzi c'è proprio un
08:21capitolo che ci racconta di come si sia
08:23passati da una logica e da un sistema in
08:26cui c'era la prevalenza dell'aiuto
08:30pubblico, dell'intervento pubblico quindi
08:32c'era il primato cosiddetto della
08:34politica ad una condizione in cui si è
08:37passati a politiche di segno opposto,
08:39politiche di austerità che erano
08:42proprio caratterizzate dal primato del
08:44mercato. In questo stesso periodo
08:47l'unico mercato che si è degradato è
08:50quello del lavoro, le conseguenze le
08:52vediamo tutti i giorni non solo in
08:55effetti come veniva ricordato da lei
08:57poco fa verso le fasce più povere, anche
09:01quelli che lavorano, anche le persone che
09:03hanno un lavoro e che sono quindi
09:06riconducibili a quella che un tempo
09:08veniva classificata come la classe media
09:11iniziano a vivere delle difficoltà. Il
09:14primato del mercato rispetto al primato
09:17della politica che abbiamo conosciuto
09:18nella prima parte della nostra analisi,
09:20quella degli anni 70-80 ha portato a
09:24questa condizione che è una condizione
09:26assolutamente degenere e da invertire.
09:30Aggiungerei su questo, perché noi una
09:33nota di speranza la vogliamo
09:35trasmettere, perché nel volume è
09:38presente la speranza, perché le
09:41disuguaglianze non sono conseguenza di
09:44un destino ineluttabile, sono
09:47conseguenza di scelte politiche che
09:50evidentemente sono state fatte o in
09:52mala fede oppure in buona fede ma che
09:54si sono dimostrate sbagliate e se sono
09:56conseguenza di scelte politiche è
09:58possibile invertire la tendenza
10:00facendo scelte di segno opposto e
10:03quindi noi facciamo una serie di
10:05proposte e trasmettiamo anche la
10:08possibilità che lo Stato possa tornare
10:11a svolgere un ruolo, che il sistema
10:13economico possa tornare ad essere più
10:16attento e quindi a contrastare le
10:19disuguaglianze che fanno male alle
10:22persone, fanno male al paese. Ecco le
10:26faccio un'ultima domanda, le chiedo un
10:28parere tecnico per quanto
10:29inevitabilmente è immaginabile che si
10:32possa poi trascendere anche nel politico,
10:35però da ricercatore, da persona che è
10:38abituata ad analizzare in profondità i
10:40fenomeni anche sociologici, le chiedo ma
10:44questa difficoltà di dialogo tra la
10:46società reale e la società, la cassa
10:49dirigente deriva da una scarsa
10:52consapevolezza, dal fatto che non si ha
10:54la reale percezione dei problemi che ci
10:56sono, dal fatto che non ci sono soldi e
10:59questo purtroppo sappiamo come
11:01condizioni anche le scelte economiche di
11:04un paese. Voi vi siete dati una risposta?
11:07Guardi è sicuramente dato da un insieme
11:09di fattori, tanto è che non riguarda
11:11solamente l'Italia, come scriviamo in
11:15alcuni passaggi, ce n'è uno in particolare
11:18in cui facciamo l'elenco dei paesi che
11:20hanno vissuto questa deriva in modo più
11:23sacerbato, tra cui il nostro, e quindi non
11:26è solo una questione italiana e di
11:29conseguenza la risposta, diciamo, alla
11:32sua domanda richiede prendere in
11:35considerazione più elementi. Io non credo
11:38che ci sia mancanza di consapevolezza.
11:42Di certo da parte nostra questo volume
11:46che è pieno di numeri, che è un
11:49documento scritto da dieci ricercatori
11:53tecnici in varie materie, dalla sociologia
11:56all'economia, è anche ricco di numeri, di
12:01elementi, diciamo, sono riconducibili
12:03all'accademia, però voleva essere uno
12:05strumento anche di confronto perché uno
12:10degli elementi per rispondere alla sua
12:12domanda, per cui poi c'è difficoltà
12:15rispetto alle persone che vivono le
12:17condizioni di maggior disagio, è la
12:19mancanza di partecipazione e la mancanza
12:22di partecipazione in parte è
12:24riconducibile proprio a quello che le
12:26dicevo all'inizio. Un mercato del lavoro
12:28degenerato, un mercato del lavoro
12:30disorganizzato, determina che le persone
12:32e un po' è anche però frutto di altre
12:34dinamiche, intendiamoci, siamo passati da
12:37una condizione molto più legata all'idea
12:41che la società unita potesse fare meglio
12:45anzi potesse fare bene quella degli anni
12:48settanta, una società più individualistica
12:50però comunque la possibilità di
12:52organizzarsi oggi è più complicata che
12:55nel passato, se ci sono persone
12:57costrette a condizioni di lavoro per cui
13:00non sanno l'indomani l'orario fino a
13:02poco prima di iniziare oppure non sanno
13:05i turni della prossima settimana, è
13:08evidente che poi organizzare, partecipare
13:12diventa complicato e qui ripeto c'è un
13:15nesso con il mondo anche cattolico
13:18perché la pratica anche cattolica
13:20richiede organizzazione, richiede tempo
13:23come la pratica politica di
13:25partecipazione associativa, civica nei
13:29singoli territori, quindi quello che
13:31dobbiamo fare, che dobbiamo ricominciare
13:33a fare o comunque dobbiamo fare meglio è
13:35tornare a partecipare, a parlarci, a
13:38spendere tempo per stare insieme e
13:41questo è possibile in un contesto in
13:43cui sicuramente la politica, sicuramente
13:45il mercato del lavoro, questi due ambiti
13:49si diano da fare perché questo possa
13:52essere reso possibile. Io la ringrazio
13:55per essere stato con noi, tema difficile
13:57ovviamente da sintetizzare, il tempo a
13:59nostra disposizione è terminato però
14:00crediamo quantomeno di aver lasciato
14:02qualche spunto di riflessione a chi ha
14:05avuto modo questa sera di seguirci.
14:07Grazie a Nicola Cicala, lo ricordo
14:10ricercatore della Fondazione Giuseppe
14:12di Vittorio di Roma, le auguro ovviamente
14:14una buona serata. Grazie a voi, buon
14:17lavoro. Ci fermiamo qui, adesso gli altri
14:20programmi della nostra emittente e anche
14:22a voi naturalmente di cuore l'augurio di
14:24un buon proseguimento di Serata Extra
14:26torna domani, alla solita ora. Arrivederci.
14:32Extra, tutti i colori dell'attualità, con
14:35Claudio Michalizio.