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https://www.pupia.tv - Arpa Campania - Cambiamenti climatici, effetti odierni e prospettive. Convegno a Napoli.
Gli interventi del direttore generale Arpac, Stefano Sorvino e del dirigente dell'U.O.C. MOCE, Vincenzo Barbuto al convegno "Cambiamenti climatici, effetti odierni e prospettive future", organizzato e moderato da Dario Monaco dell'U.O. Mare, presso la sede della Società dei Naturalisti di Napoli

#natura #cambiamenticlimatici #campania #ambiente #napoli (27.03.25)




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Trascrizione
00:00Allora, vi dicevo, l'arpa si occupa appunto, tra le varie attività, anche di monitoraggio
00:12ambientale, di quelle che sono diverse matrici ambientali, quindi quando Dario mi ha chiesto
00:19di parlare di quali sono gli effetti dei cambiamenti climatici, ho pensato tra le varie risorse
00:27tecniche. Perché questo? Innanzitutto perché io, la struttura dell'arpa che dirigo, al
00:34suo interno, tra le varie schizze, tra le varie attività, c'è anche quella del monitoraggio
00:39dei colpi idrici interni della regione Campania, sia superficiali che sociali. E tra queste
00:49ovviamente c'è il monitoraggio del giorno. Genericamente, quali sono gli impatti che
01:00il ciclo dell'acqua ha rispetto a quelli che sono i cambiamenti climatici? Ovviamente
01:05la prima cosa è i fattori climatici dovuti all'aumento della temperatura e quindi i
01:12cambiamenti di precipitazioni hanno avuto nel corso degli anni, dei secoli, ma ultimamente
01:18ci sono, come vedremo, delle implicazioni molto più veloci, anche di distribuzione
01:24delle precipitazioni, cioè le aree che vengono interessate alle precipitazioni sono differenti
01:30rispetto al passato. Tra i fattori antropici c'è la trasformazione del suolo e ovviamente
01:37l'intercantizzazione del suolo, la perdita di superficie drenante, aumenta di ruscellamento,
01:44c'è una velocità e soprattutto questo è vero nelle aree urbanizzate, quindi c'è
01:50una minore infiltrazione, con minore ricarica delle falde alpivere. I volumi d'acqua dovuti
01:56alle precipitazioni quindi sono irregolari, ciò determinano differenti gradi di umidità
02:08dei forni e con alterazioni dovute a diverse fasi sia di evaporazione che di evapotraspirazione
02:20e poi c'è l'effetto indiretto che ovviamente intervenisce, c'è una connessione degli afflussi
02:28dei ricorsi superficiali e quindi una modifica del regime naturale dei corsi d'acqua.
02:33Noi abbiamo, come vi dirò dopo, in Regione Campania diversi corsi d'acqua che nel tempo
02:41passato avevano assunto un regime da torrenti praticamente irregolare. Quindi quali sono
02:49gli effetti di cambiamenti climatici? C'è innanzitutto un'alterazione del ciclo idrogeologico,
02:53come vi dicevo, diminuzione delle precipitazioni, aumento della frequenza dell'intensità degli
02:59eventi meteorici estremi, con conseguente minore assorbimento del sottosuolo, c'è anche
03:07una differente modifica della stagionalità delle piogge, con inverni più secchi e le
03:12strade più torride, c'è un progressivo abbassamento del livello piezometrico, noi come vedremo
03:19tra poco in Alpac abbiamo una serie di grede di miglioranza sia nel rispetto che nell'ultimo
03:24e abbiamo visto nel corso degli anni un progressivo, una progressiva diminuzione del livello piezometrico
03:33e questo determina una minore disponibilità idrica con una conseguente competizione del
03:43risultato. Noi abbiamo adesso delle zone particolarmente segretà idrica abbastanza spinta dovutasi
03:53alla mancanza della risorsa e c'è anche un problema di gestione di perdite sulle linee
04:00quindi tutto questo determina quella che io chiamo la competizione tra le acque, cioè
04:05tra il potabile, l'agrico e l'industriale. L'aumento delle temperature delle acque sotterranee
04:12hanno anche un effetto sul chimismo delle acque sotterranee con una maggiore concentrazione
04:17degli inquinanti dovuti anche perché c'è una minore diminuzione con l'acque con un
04:22minore apporto idrico e poi ci sono delle particolari aree del territorio dove ci sono
04:28distrazioni di sostanze contaminanti dovute per esempio all'industriale o incidenti ambientali.
04:38L'altro aspetto interessante è quello della salinizzazione delle palde costiere perché
04:43ovviamente con un minore apporto idrico c'è un aumento dell'ingressione marina e quindi
04:49soprattutto negli aquiferi dove abbiamo l'utilizzo delle acque che c'è per sfruttamento si è
04:56visto un aumento notevole della salinizzazione e questo determina anche ovviamente effetti
05:03sulla produttività, pensiamo a quelle acque usate per gli usi agricoli.
05:10Quindi l'ARPA, come dicevo, si occupa di monitoraggio e controllo, fa un monitoraggio
05:15continuo delle acque sotterranee per valutare lo stato qualitativo e quantitativo, ovviamente
05:20il focus di questo intervento è soprattutto sul quantitativo ma per chi vuole approfondire
05:26il suo sito dell'agenzia esistono tutti i link ai quali ci si può collegare e ci sono
05:32i dati nel monitoraggio idrico con la classificazione dei colpi orquiferi degli ultimi anni e purtroppo
05:38è possibile vedere che c'è un, tra virgolette, non miglioramento della qualità del corpo
05:43idrico che continua a persistere.
05:47Qual è l'obiettivo del monitoraggio?
05:49Rilevare appunto i livelli delle falde e delle mortali presorte, analizzare e quindi verificare
05:55la qualità chimico-fisica di queste acque e gestire eventuali contaminazioni, c'è
06:01la valutazione ovviamente conseguente di quello che è l'impatto sulle attività antropiche
06:07per la risorsa idrica, l'ARPA ha anche una serie di collaborazioni con enti nazionali
06:13e internazionali e partecipa a progetti di ricerca appunto per aumentare e migliorare
06:20la comprensione della evoluzione dell'uso dell'ARPA sostanzialmente.
06:27Com'è composta la rete di monitoraggio dell'ARPA?
06:30Attualmente abbiamo circa 80 stazioni di monitoraggio in continuo e un notevole numero
06:40di stazioni di monitoraggio indiscreto per misure che vengono fatte di volta in volta
06:47dall'operatore, mentre sul monitoraggio in continuo abbiamo una serie di pozzi e sorgenti
06:53sui quali sono installate delle attrezzature che dopo vi descriverò e ci danno addirittura
06:59in continuo tutta una serie di parametri che ci servono appunto per valutare lo stato
07:07quantitativo dei corpi individuali.
07:13La strumentazione di che utilizziamo per il monitoraggio in continuo è una strumentazione
07:18che si alimenta con valori scolari, ha una serie A dei data logger che memorizzano comunque
07:25tutti i dati e per alcune stazioni abbiamo una trasmissione dati in telemetria cellulare,
07:34su circa 40 stazioni abbiamo molti parametri che misuriamo il livello di temperatura e
07:40l'ossigeno di scioglia che accorgiamo di tutti i dati, tutti questi dati vengono acquisiti,
07:48elaborati e vengono utilizzati appunto per stabilire le varie tendenze della produttività
07:57dei corpi. Due esempi banali, qui ho portato dei grafici su due sorgenti che noi monitoriamo,
08:04una tra Sarcanzo e Locrimonte e l'altra tra Cervalloni, dati dal 2012 al 2024, come si
08:11può vedere, soprattutto se andiamo a guardare la linea rossa che è il test di Kerman Kedal,
08:18c'è un trend progressivo notevole di livelli misurati riportati alle sorgenti dal 2012
08:26al 2024 e questo è una chiara indiversione dell'effetto appunto che anche gli impatti
08:35dovuti ai cambiamenti climatici hanno sulla quantità della risorsa idrica. Per maggiori
08:42approfondimenti consiglio di andare sul sito dell'Alfa.
08:46Allora, quando ci fossero domande suggerirei di farle al momento, via via, perché ci saranno
08:58poi dopo schiavi e cavallacci, quindi se ci sono domande al momento passerei la parola
09:04al direttore generale dell'Alfa.
09:20Mi chiedo scusa per il ritardo e per l'effetto del quale pensavo di essere ricaduto dal mio
09:26saluto, però in questa sede prestigiosa e qualificatissima ringraziando e salutando
09:33gli organizzatori, tra i quali credo di poter dire il padrone di caso, il professor Marco
09:40Guida, saluto anche il donorevole Mario Casillo, l'amico Maurizio Frassini e tutte le altre
09:48qualificatissime presenze di questa serata di approfondimento. Su una tematica come la
09:55del climate change, che costituisce una delle grandi attuali centrali problematiche ambientali
10:04su cui si lavora da anni, io ricordo la conferenza nazionale sui cambiamenti climatici che si
10:11avvenne a Roma presso la sede della FAO nel novembre 2007, dopo una serie di sessioni
10:23preparatorie svolte anche in campagna proprio per l'iniziativa di ACPAC, un collega che
10:28allora riceva l'agenzia regionale, su questa problematica si diceva che al di là della
10:36non sempre un'anime condivisione, sotto l'aspetto scientifico è comunque una certezza empidica
10:42quella dei cambiamenti climatici e quindi si lavora sulle esigenze di adattamento e
10:48quella di mitigazione. E poi il rapporto che io all'epoca consideravo dall'angolo visuale
10:55del meccanico istituzionale di autorità di Pacino, tra i cambiamenti climatici che si
11:00presentano oggi, il fenomeno del flash flood, quindi delle piogge violente e improvvise,
11:08debris flow, le frane collate rapide innescate da questi ferrari, quindi tutta una serie
11:16di accentuazioni di problematiche di rischio, ma comunque gli aspetti importanti sono moltiplici.
11:22Il dottor Barbuto, con la qualità professionale da par sua, ha illustrato il contesto di riferimento
11:30e anche l'attività di monitoraggio e anche le influenze dei cambiamenti climatici sulle
11:35arche, ad esempio la minore portata che ostacola la diminuzione, le faude che hanno una portata
11:43decrescente e quindi una serie di problematiche connesse. In questo contesto vi è un ampio
11:50ribattito scientifico e tecnico, occorre una capacità di comunicazione tra la comunità
11:58scientifica, accademica e naturalmente gli operatori, gli operatori professionali del
12:05settore, gli enti come il nostro che hanno dei compiti operativi di monitoraggio che
12:11poi sono a supporto delle pianificazioni e dei livelli decisionali che sono in capo
12:17a quella che è la direzione politica delle politiche ambientali. Quindi la problematica
12:23attualissima è che richiede una serie di contributi, che richiede continui aggiornamenti,
12:28richiede verifiche, richiede confronti, confronti possibilmente interdisciplinari perché poi
12:36le acquisizioni conoscitive si sviluppano, si consolidano, si modificano proprio nella
12:42intersezione dei saperi e delle conoscenze, quindi in particolare la materia ambientale
12:47e anche le strutture operative che si occupano di ambiente sono fondate sulla multidisciplinarietà
12:54delle competenze che devono continuamente avere la capacità di dialogare, di confrontarsi
13:00e di integrarsi nella costruzione dei saperi. Buon lavoro, grazie.

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