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https://www.pupia.tv - De Luca - Salone Internazionale del Libro di Torino: Regione Campania ospite d’onore
Il mio intervento, questa mattina, in occasione della conferenza stampa di apertura del XXXVII Salone Internazionale del Libro di Torino. Quest’anno la Regione Campania è l’ospite d’onore di questo importantissimo evento culturale. (15.05.25)

La playlist di Vincenzo De Luca: https://www.pupia.tv/playlist/Vincenzo-de-Luca

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Trascrizione
00:00Grazie a voi, un saluto cordiale al Ministro dell'Europa Italia, amici di Torino, è un'occasione
00:14per noi importante, intanto per spiegare il proprio che stiamo facendo con l'Etole Campania
00:20che tradizionalmente non è noto a nessuno in Italia, ricordiamo di questo privilegio, siamo
00:30una regione che è questa di più nella cultura, che ha realizzato un sistema, un ecosistema
00:37digitale nel quale abbiamo riversato tutto quello che è patrimonio culturale nella nostra
00:43regione, dall'archeologia, alla musica, al teatro, alla letteratura, agli archivi, i
00:49lavori enormi. Abbiamo provato una legge per dare una mano ai piccoli editori, abbiamo
00:56una bella realtà, non altruissima, ma una bella realtà di editori di grande qualità, abbiamo
01:05aumentato la nostra presenza anche quest'anno proprio per spiegare un po' il lavoro, le
01:12produzioni che abbiamo nel nostro territorio. Avremo all'inizio ottobre campania dei libri
01:19festival, ci sarà una presenza anche del turismo, il nostro evento, Salerno-Veteratura,
01:26insomma abbiamo una realtà credo interessante e effervescente, ma credo che sia importante
01:32incontrarci qui con la campania, anche perché non ritengo superfluo ribadire sempre i valori
01:42comuni dell'unità nazionale. Mi è capitato di ricordare che i difensori più tenaci del processo
02:02unitario risorgimentare. Ci sono stati annabili, Francesco Lesanti, spiedevi dall'associazione
02:11costituzionale unitaria a difesa del Piemonte quando vi erano già primi contrasti dopo la
02:19nascita dell'unità nazionale. Ebbene difendere questo patrimonio perché l'unità nazionale
02:26è una conquista recente e fragile per il nostro Paese. Recente e fragile. Io sono tra quelli
02:37che ritengono che noi siamo diventati una patria non durante il risorgimento, ma nelle trincele
02:44della prima guerra mondiale quando si sono incontrati i nostri giocatori. Allora, quando
02:55avete immaginato la direttrice, bravissima, che ringrazio per l'invito, per questo evento, per la
03:02trentasettesima edizione, il mondo era un po' più tranquillo. Ci ritroviamo al giro di pochi mesi in un mondo
03:10totalmente destrutturato e dunque questa edizione, quest'anno, carica il mondo della cultura di una
03:21responsabilità particolarmente grande. Nel giro di pochi mesi è cambiato tutto. Facciamo fatica
03:30perfino a seguire gli eventi politici, sociali, tecnologici. Allora credo che oggi abbiate nel
03:42rivolgo al mondo e agli intellettuali della cultura un primo grande compito che è quello
03:47dell'alfabetizzazione del mondo. La sensazione che ho io che si stia determinando una vera e propria
03:57rottura nel processo di civilizzazione umana. Il processo di civilizzazione è stato alla fin fine
04:07l'affermazione del primato della soggettività sulle forze oggettive. Sembra che si sia avviato
04:17il mondo verso un nuovo stato di natura. Sono in discussione tutte le grandi conquiste della
04:25soggettività legate al primato della coscienza. Stiamo assistendo a cose inimmaginate, ammesse
04:35in discussione dei confini, del diritto internazionale, delle conquiste dello stato sociale. In modo
04:42particolare in questa parte del mondo ci è sembrato che avessimo raggiunto il punto più alto della
04:48civilizzazione umana con lo stato sociale. Un punto di equilibrio straordinario fra individuo e società,
04:59fra stato e mercato, fra pubblico e privato, è saltato tutto. E soprattutto qui c'è un compito straordinario
05:11che è la trasmissione della conoscenza e dell'informazione. Siamo in un mondo nel quale ormai l'unico racconto
05:25che vi è trasvesso è un nuovo scontro di civiltà, di bene e male. Non è così. Non è così. Non c'è chi difende
05:38la civiltà e la barbarie perché su questa strada noi andremo verso un disastro nucleare.
05:45in questo momento sta arrivando nell'ospedale pediatra in un napoli santo dono un bambino di tre anni
05:56devastato dalle bombe israeliane. È una vergogna per il mondo civile.
06:08che non riescono a reggere quelle immagini di devastazione totale nell'indifferenza del mondo.
06:21Avete visto con quanta raffinata sombrietà raccontiamo i bambini morti a casa, ma non vi raccontano
06:39qualcuno arriva nei nostri ospedali di quando i bambini sono mutilati o di quanti vengono
06:46assuntati senza anestesia. Non è una cosa che si possa reggere. Non abbiamo il diritto di
06:54rivendicare la civiltà occidentale che sono per queste barbarie o di fronte alle centinaia
07:00e migliaia di morti che abbiamo in Ucraina. Tutto sommato nell'indifferenza generale.
07:07Un po' di parole. Dobbiamo raccontare questo mondo e raccontare che non c'è nessuno scontro
07:16di civiltà in atto. C'è un mondo destrutturato nel quale ormai c'è una sola legge, quella della
07:23forza. Punto. Ma così l'umanità fa passione dietro. C'è un altro compito che è relativo
07:30alla tenuta delle democrazie. Io sono fra quelli che ritengono che la democrazia in generale
07:38sia arrivata a fine corsa. Non è politicamente corretto dirlo, ma sono saltati tutti i contenuti
07:48di un sistema democratico. Uno dei contenuti è il modo di formazione delle opinioni dei
07:55cittadini. Come si formano le opinioni? Come si costruisce un giudizio politico? Come
08:03si fa una scelta fra diverse opzioni, forze, candidati? Il suffraggio universale non c'è
08:13più. Abbiamo un governo di minoranza. Non c'è più. Non ci sono più corpi intermedi,
08:26non ci sono livelli di partecipazione dei guardi, non c'è più una divisione dei poteri limpida.
08:32cosa rimane? Un sistema democratico se non un uscio vuoto. E non c'è neanche un sistema
08:41di valori che dia un'anima alle democrazie. Uno dei punti chiave di questa criticità è
08:51il sistema informativo. Con i social non abbiamo più una realtà che viene proposta ai cittadini.
08:57sempre di più i cittadini vengono trasportati in un mondo virtuale. Nel fare anche esperienze
09:06di lavoro, di socializzazione, il mondo reale diventa sempre più importante. È una condizione
09:12difficile delle democrazie in generale. La cultura deve prendere in mano questo tema, altrimenti
09:18avremo progetti. Infine, credo che ci sia un altro compito che
09:25darò oggi sullo spazio del mondo della cultura riguardo alle giovani generazioni e la condizione
09:31umana dei giovani. Quello che sta investendo le giovani generazioni è un processo sconvolgente
09:42di nuove alienazioni, di nuove sofferenze. Un'esplosione di social, oltre che questo fenomeno
09:51più generale di, come dire, spostamento della realtà virtuale delle giovani generazioni.
09:57spinge verso tensioni umane, a volte insostenibili, proprio sul piano psichico-psicologico. Abbiamo
10:06ormai centinaia di migliaia di ragazzi che si chiono in casa, centinaia di migliaia di
10:12chico-modi. Abbiamo una difficoltà a capire la realtà per quella che è, poi ognuno si
10:20faccia l'opinione che vuole. Ma le giovani generazioni stanno vivendo una sofferenza immensa,
10:28immensa, che a volte non riescono più neanche a comunicare. I linguaggi si sono frambumati,
10:35e il linguaggio tecnologico non appartiene più alle generazioni oltre i 50 anni.
10:42Bene, una possibilità anche legata ai libri, alla cultura, a trovare una dimensione del silenzio,
10:52dei pensieri pensati, non l'ansia, dei tweet che non trasmettono pensieri ma trasmettono
11:03come anche notizie e immagini reali, ma finzioni. Allora io vorrei che da questa edizione
11:14emergesse una spinta forte verso i giovani a ritrovare valori umani fondamentali. Io ricordo
11:24quando parlo con i miei ragazzi, una cosa che diceva, pensate, ma vai, Celestino V, era in un
11:33piccolo libro, L'Avventura di un povero cristiano, l'Ignazio Signore, quando un cardinale di
11:39Curio, Benedetto Caetani, contestava a Celestino V la sua idea naif del potere, non si governano
11:48le grandi organizzazioni, i voti in Padre Nostra e l'Ave Maria, e Celestino V che ribadiva
11:55da sconfitto che il Vangelo non è un modo di dire ma un modo di vivere. Vorrei che arrivasse
12:06questo messaggio ai nostri ragazzi, magari sulla sollecitazione di un libro letto di un autore
12:13ascoltato, di un poeta, cara direttrice, che non facessero come quelli che Montale impidiava
12:25l'uomo che se ne va al sicuro agli altri e da se stesso, l'amico e l'ombre sulla cultura
12:32che la camicola stampa sopra uno scarcinato l'amico, l'uomo che se ne va, senza passione,
12:42senza relazioni umane, senza senso della vita. Cari ragazzi, cercate di essere cristiani assunti,
12:50non abbiate paura alla fine, vivremo tutti quanti, possiamo vivere con onore o possiamo vivere dal maggior domino,
13:00decidete di vivere perlomeno da uomini liberi e senza perdere il senso umano anche della lotta politica.
13:09Grazie a tutti.

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