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https://www.pupia.tv - Roma - COOPERAZIONE. SILVESTRI (AVSI): CON TRUMP CI GIOCHIAMO TUTTO
Roma, 21 mar. - E' un momento decisivo. Di confusione, vulgate che rovesciano la realtà e però anche sfide nuove. Con i tagli dei fondi americani a indicare una tendenza preoccupante e già più governi in Europa a seguire, dirottando fondi dalla cooperazione allo sviluppo alla "difesa". Parole e pensieri di Giampaolo Silvestri, segretario generale di Fondazione Avsi. Che, sulla svolta che arriva dagli Stati Uniti di Donald Trump, sottolinea: "Noi non ci stiamo". Una presa di posizione che nasce dall'esperienza. Quella di Avsi è una storia di oltre mezzo secolo, nata a Cesena nel 1972 e alimentata ancora oggi da progetti di cooperazione in decine di Paesi del Sud globale, dal Medio Oriente all'Africa all'America Latina. L'impegno continua ma il contesto è cambiato: pesano i tagli all'assistenza all'estero decisi dagli Stati Uniti, il principale donatore a livello globale, capace di garantire solo nell'ambito umanitario ancora nel 2024 più del 40 per cento delle risorse globali. "Dopo la chiusura repentina di Usaid e il congelamento dei fondi per progetti già contrattualizzati, a fine febbraio sono arrivate le comunicazioni di chiusura definitiva" riferisce Silvestri, citando le scelte dell'amministrazione Trump che dal 20 gennaio scorso hanno quasi azzerato l'Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale. "Nel caso di Avsi sono stati bloccati progetti per oltre 15 milioni di euro in Uganda, Somalia, Repubblica Democratica del Congo, Ecuador, Kenya e Brasile". L'impatto è stato forte. "Come prima cosa abbiamo cercato di tutelare le persone che venivano assistite, circa 600mila in più parti del mondo" dice Silvestri. "Tentare di fornire comunque aiuto è un dovere, magari attraverso altri progetti negli stessi luoghi: a questo scopo abbiamo attivato una raccolta fondi che ha dato qualche risultato, utile almeno per le persone più fragile, si tratti di donne malate di aids con figli o magari di rifugiati venezuelani in Ecuador". Un altro problema riguarda la tutela del personale locale impegnato sul campo. "Le persone spesate erano circa 400 e abbiamo pensato a ricollocarle, ma non ce la faremo in tutti i casi" ammette Silvestri. "Con la morte nel cuore abbiamo dovuto avviare pratiche per la cessazione dei contratti di molti operatori". Le cosiddette "termination letter" sono problematiche sotto il profilo della sostenibilità sociale ma anche della conformità giuridica. "Possono essere contestate" sottolinea Silvestri, "perché non fanno riferimento ad alcun articolo dei contratti sottoscritti e dunque mancano di base legale". C'è poi una prospettiva di medio e lungo periodo. "Il ritiro degli Stati Uniti mette in discussione il senso e le basi stesse della cooperazione" osserva il segretario generale. "Non è pensabile che arrivi qualcuno in grado di sostituire completamente Usaid: si creeranno grandi spazi per altri soggetti e magari per forme di parten

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