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Le voci e la musica senza tempo di Louis Armstrong, Nina Simone e Miles Davis si uniscono e fanno da sfondo al racconto sulle lotte di indipendenza africana, il movimento per i diritti civili negli Anni 60 e la Guerra Fredda. Il tutto utilizzando l'arma più anticonvenzionale degli Stati Uniti: il jazz.

Dal 18 marzo è disponibile su IWonderfull Prime Video Channels il documentario del regista belga Johan Grimonprez candidato agli Oscar Soundtrack to a coup d'etat, distribuito da I Wonder Pictures in Italia con il titolo: Colonna Sonora per un Colpo di Stato.

La pellicola intreccia l’onda esplosiva del jazz (con artisti del calibro di Louis Armstrong, Nina Simone e Miles Davis) e la decolonizzazione, in un racconto storico che riscrive l'episodio della Guerra Fredda che portò i musicisti Abbey Lincoln e Max Roach a intrufolarsi nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU per protestare contro l'assassinio del leader congolese Patrice Lumumba.

[caption id="attachment_1435427" align="alignnone" width="1500"] "Soundtrack to a Coup d'Etat", disponibile dal 18 marzo su IWonderfull, è una pellicola che intreccia l’onda esplosiva del jazz con la decolonizzazione, in un racconto storico che riscrive l'episodio della Guerra Fredda. Il tutto è supportato da un importante recupero di materiali d'archivio.[/caption]

La lotta post-coloniale per le risorse del Congo è scandita non solo da importanti materiali d’archivio recuperati, ma soprattutto dalla musica, dal jazz che ha caratterizzato l’onda esplosiva di quegli anni, che vivifica e rende comprensibile il racconto della Storia.
"Soundtrack to a Coup d'Etat": la trama 
Nel gennaio 1961 il nuovo presidente del Congo, Patrice Lumumba, viene assassinato con la complicità di Belgio e Stati Uniti, per depredare le ricchezze del paese. Louis Armstrong è in tour in Congo e si trasforma inconsapevolmente nel paravento per il primo colpo di Stato post-coloniale in Africa, mentre altri artisti come Nina Simone, Duke Ellington e Dizzy Gillespie si chiedono qual è la loro posizione nel loro paese, in cui vige ancora la segregazione razziale.

Il leader sovietico Nikita Kruscev denuncia all'Assemblea Generale la complicità delle Nazioni Unite nella destituzione (e poi assassinio) di Lumumba. Ecco che Abbey Lincoln e Max Roach irrompono nel palazzo dell’ONU per protestare.

[caption id="attachment_1435430" align="alignnone" width="1500"] Il leader sovietico Nikita Kruscev e l'ex presidente degli Stati Uniti d'America Dwight Eisenhower (foto ufficio stampa)[/caption]

Questo film è un magistrale racconto a più voci e a ritmo di jazz e soul su come è stata minata l'autodeterminazione africana negli Anni 60. Candidato agli Oscar 2025 come miglior documentario.

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Trascrizione
00:00...il pericolo sovietico nel Congo.
00:30E' un patriota della propria strada.
00:32Non è il momento di passare all'ultimo colonialismo?
00:43Ma ancora non tutti hanno capito la loro forza e la loro verità.
00:47Perciò ancora andranno a prendere i loro colonialisti di ieri.
00:52Oggi è così, ma domani non sarà così.
00:55Non sarà così, la popolazione si alzerà e si spiegherà.
01:00E lui vorrà essere il proprietario e non sarà colonialista,
01:04non sarà un uomo dei colonizzatori.
01:08Questa è la domenica, ragazzi.
01:10E' un domenica che non è lontana.
01:14È la fine del colonialismo.
01:17E' la fine del colonialismo.

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