• l’altro ieri
Nella sesta puntata del talk show settimanale di Euronews si parla delle idee della Commissione per snellire la burocrazia in Europa, dei dazi commerciali imposti da Donald Trump e di corruzione nei Paesi dell'UE

Categoria

🗞
Novità
Trascrizione
00:00Ciao e benvenuti a Bruxelles TAMO NON TAMO il talk show settimanale di Euronews dal cuore
00:17dell'Unione Europea. Io sono Vincenzo Genovese e ogni settimana daremo uno sguardo a quello
00:21che succede qui e nel resto d'Europa.
00:24Oggi cominciamo dalla corsa alla deregolamentazione della Commissione Europea. La Presidente
00:29Ursula von der Leyen vuole ridurre i fardelli amministrativi imposti alle imprese europee
00:34per migliorare la competitività. Nel programma di lavoro per il 2025 è previsto il cosiddetto
00:39pacchetto Omnibus, il primo passo per tagliare la burocrazia. Ma molti temono che questa
00:44volontà di diminuire gli obblighi legislativi metta in pericolo gli standard ambientali
00:49ambiziosi del Green Deal, il piano per raggiungere la neutralità climatica dell'Unione entro
00:54il 2050. E poi c'è un incubo che si avvera. Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump
01:00sta mantenendo la promessa fatta in campagna elettorale di imporre dazzi commerciali. Già
01:05a marzo potrebbero entrare in vigore nuove tariffe del 25% su acciaio e alluminio importati
01:10dall'estero, cosa che danneggerebbe parecchio l'economia europea. La Commissione ha promesso
01:15contromisure ma dai produttori di bevande alcoliche alle case automobilistiche in molti
01:20temono di perdere un grosso giro d'affari. Ne parliamo oggi con Lorenzo Consoli, corrispondente
01:25di Askanews, Giorgia Aranzato, manager per la finanza sostenibile a Transport and Environment,
01:31Marco Falcone, eurodeputato di Forza Italia. Ma prima di entrare nel vivo del dibattito
01:36sentiamo cosa ha in mente Ursula von der Leyen.
01:38Make Europe competitive again. Rendiamo l'Europa di nuovo competitiva. Sembra essere il mantra
01:48di Ursula von der Leyen. Ma come? Con una rapida deregolamentazione, semplificando
01:55e riducendo le normative dell'Unione Europea. La priorità sembra essere tutelare gli affari
02:03delle imprese piuttosto che imporre ambiziosi standard ambientali. La pressione di alcuni
02:13governi europei, compresi Francia e Germania, mette a rischio il Green Deal. Le politiche
02:21climatiche sono superate o von der Leyen sta facendo un buon viso a cattivo gioco?
02:27Il Green Deal è morto, ci chiediamo nel titolo di questo blocco. È una domanda un po' provocatoria,
02:35infatti la faccio al decano dei corrispondenti italiani da Bruxelles, Lorenzo.
02:39Il Green Deal non è morto, non credo sia morto, ma non sta tanto bene. Non si sente benissimo.
02:45Non sta tanto bene e non sta tanto bene l'Europa in questo momento, non solo per il Green Deal.
02:51È chiaro che nel momento in cui una commissione che aveva proposto il Green Deal e lo aveva
02:56fatto come progetto di crescita per l'Unione Europea, era il grande progetto per l'economia
03:04europea che guardava avanti, molto lungimirante, che in qualche modo somigliava un po' al grande
03:13progetto di Jacques Delors, quando venne fuori con l'idea di unificare il mercato alla fine
03:20degli anni Ottanta, quando io sono arrivato a Bruxelles, quindi me lo ricordo e avevo
03:24fatto in parecchi articoli un paragone fra le due cose. La stessa presidenza della commissione
03:31che ha proposto questo grande progetto per il futuro dell'economia europea e non solo
03:35dell'economia, poi adesso si presta invece alle pressioni che vengono da Gran Paz del
03:42mondo economico e soprattutto dalla centrodestra nel Parlamento europeo per una retromarcia.
03:48Lo sta un po' ritrattando.
03:49Sì, lo sta un po' ritrattando. Bisogna dire, la retromarcia c'è ed è visibile. La deregolamentazione,
03:54non solo la semplificazione legislativa, ma anche una vera e propria deregolamentazione
03:58c'è, però non è ancora generalizzata. Ci sono ancora delle cose che non sono state
04:04toccate e potrebbero non essere toccate, soprattutto in campo climatico l'avanzata è stata molto
04:11forte e è difficile che si torni indietro. Si è tornato indietro già molto sull'agricoltura.
04:16Ieri, ricordo una cosa importante, c'è stata la presentazione di questa visione sull'agricoltura
04:23e non c'era nulla sulla riduzione dei pesticidi. Un regolamento che fu ritirato nel 2024, a
04:32giugno, dalla Commissione europea, dalla Presidente della Commissione europea, perché era stato
04:36bocciato in Parlamento europeo, cioè era cambiata la maggioranza, e von der Leyen disse noi lo
04:41ritiriamo adesso, ma lo adatteremo e lo ripresenteremo. Bene, adesso, ieri ci hanno detto che non lo
04:46presenteranno. No, ci hanno detto che non lo ripresenteranno. Quindi, voglio dire, le
04:50risposte non vengono rispettate. Giorgia, tu ti occupi di sostenibilità ambientale,
04:55ma è vero che gli obblighi di sostenibilità ambientale comportano troppa burocrazia per
05:00le imprese? Come ci sembra di capire da quanto la Commissione ha detto? Allora, questa è
05:06un'ottima domanda e qualcosa che ci arrovella il cervello da un bel po' di tempo. Allora,
05:15per quanto ci riguarda è innegabile che le aziende debbano affrontare dei costi, parlando
05:23puramente di costi, all'inizio dell'implementazione, nelle prime fasi dell'implementazione delle
05:31legislazioni europee. Tuttavia, diciamo che col passare del tempo questi costi diventano
05:40sempre più marginali e la Commissione ha pubblicato, quando ancora faceva delle valutazioni
05:47di impatto sulle politiche, una valutazione di impatto sull'implementazione delle politiche
05:53europee in cui dice che se noi implementiamo adeguatamente le politiche europee, l'economia
06:02europea potrà risparmiare fino a 55 miliardi di euro all'anno in costi sanitari e ambientali.
06:10Inoltre, queste due direttive, diciamo che adesso saranno incluse nel primo pacchetto
06:18di semplificazione, già sono state pensate per avere un'implementazione graduale e proporzionale
06:27sulla base della dimensione delle aziende, per poter garantire alle aziende di conformarsi
06:34progressivamente. Spendere più adesso per risparmiare dopo. E per essere competitivi
06:39dopo. Onorevole Falcone, Forza Italia e il Partito Popolare Europeo sono in prima linea
06:45per questa spinta per tagliare la burocrazia. Mi sembra che stia contestando anche alcune
06:52parti del Green Deal, alcuni provvedimenti ambientali che sono stati adottati o proposti
06:56negli anni scorsi, o sbaglio? No, intanto bisogna dire che Forza Italia e il Partito
07:02Popolare Europeo, anche nella scorsa legislatura, avevano manifestato alcuni dubbi sull'applicazione
07:10del Green Deal. Cioè, noi riteniamo che l'evoluzione della transizione climatica debba essere fatta
07:21ma con un approccio più pragmatico. Purtroppo l'era di Timmermans ha causato un eccesso
07:29anche in questa transizione, creando non un vantaggio per le nostre aziende, per i nostri
07:35cittadini, ma creando addirittura una fase quasi involutiva. In questo senso, oggi, nelle
07:43lettere di missione che la Presidente von der Leyen ha inviato a tutti i commissari
07:49del Governo europeo, è proprio molto chiaro. E la lettera di missione dice semplificazione,
07:56perché le aziende chiedono appunto di snellire e di alleggerire gli oneri normativi. Questo
08:03serve per creare competitività, per creare maggiore e migliore performance e in questo
08:08senso anche con un riassetto non di Green Deal ma di New Deal. Però questa semplificazione
08:16secondo lei è in contrasto con gli obiettivi ambientali? Assolutamente. Fermo restando
08:22che noi siamo assertori di una politica che debba garantire l'ambiente, che debba venire
08:29incontro alle esigenze di un clima che deve essere tutelato, altrettanto dobbiamo avere
08:36i piedi per terra e dobbiamo guardare alle nostre aziende, dobbiamo guardare ai nostri
08:41cittadini, dobbiamo evitare che quello che dovrebbe essere la panacea risulti invece
08:47alla fine si trasformi in un danno per i nostri cittadini e per le nostre aziende. Andiamo
08:52sul concreto, sul tecnico. Se io ti dico Giorgia, Corporate Sustainability Reporting Directive,
08:59come lo traduciamo in italiano e cos'è, cosa serve, cosa significa? Allora è una
09:03direttiva che chiede alle aziende una rendicontazione non finanziaria. Suona male, è brutto tra
09:11tradotto così, in semplici termini cosa vuol dire? Questa direttiva chiede alle aziende
09:16di essere trasparenti sui rischi derivanti da fattori esterni, come per esempio può
09:23essere il cambiamento climatico, e sugli impatti che hanno le aziende sull'ambiente e le persone.
09:30Come dicevo prima, questa direttiva è stata pensata per essere proporzionale, sia dal
09:38punto di vista dell'implementazione, con degli scaglioni fino al 2029 per poter essere
09:44implementata per le piccole e medie imprese, per non sobbarcarle di oneri burocratici,
09:54e anche una semplificazione dal punto di vista del contenuto, qualcosa che le aziende stesse
10:04avevano richiesto al tempo della negoziazione, ed era di poter in qualche modo valutare quali
10:12fossero i rischi e gli impatti maggiori. Questo vuol dire che, non è proprio come ho sentito
10:20nelle ultime settimane, ogni azienda deve fare un reporting su mille e più indicatori,
10:28questo non è vero.
10:29Però ci sono troppi, secondo voi, gli obblighi richiesti, gli obblighi amministrativi, vedo
10:36che non è vero le fattole.
10:37Decisamente sì.
10:38Lorenzo?
10:39Decisamente sì.
10:40Io ho sentito a suo tempo, quando questa normativa fu proposta e poi approvata, parecchie lamentate
10:50da parte dell'industria, proprio sul fatto che devono dedicare del personale e del denaro
10:56proprio a produrre questi rapporti. Forse io non nego la necessità di semplificare
11:03gli obblighi, io non direi tanto normativi quanto quelli burocratici, che ci sono in
11:07certe norme. A me quello che fa paura è il facile passaggio tra semplificazione burocratica
11:15e semplificazione normativa, che significa deregolamentazione, cioè togliere le norme.
11:19Non ci dimentichiamo che oltre a questa direttiva di cui si parlava sarà semplificata, ci sarà
11:25proposta e semplificazione la settimana prossima, nell'omnibus questo pacchetto, ma ci sarà
11:30anche l'altra, che è quella sul dovere di diligenza delle imprese nei confronti.
11:36Poi ce la facciamo spiegare, CSDD, Corporate Sustainability Due Diligence Direct.
11:41Che riguarda la catena del valore delle imprese, e qui devo dire, è importante, io le seguo
11:46da quando vengono proposte fino a quando poi arrivano alla approvazione finale, da anni,
11:51la normativa europea e le normative europee, e devo dire che in questo caso c'è stato
11:54un negoziato serratissimo, fortissimo, con la relatrice del Parlamento europeo, la Volters,
12:00olandese, che ha portato a un compromesso finale che sembrava a quel punto un ottimo
12:07compromesso, perché per esempio teneva fuori le piccole e le medie imprese.
12:10Spieghiamo un attimo a cosa serve questa direttiva.
12:13Praticamente chiede alle aziende europee di vigilare sul rispetto di standard ambientali
12:18e anche diritti dei lavoratori, lungo tutta la filiera di produzione e quindi su tutti
12:23i propri fornitori, anche fuori dall'Unione europea.
12:25Mi sembra di capire che alcune aziende dicono che questa cosa costa troppo.
12:30Decisamente, costa non soltanto troppo, ma in termini di impegno per i propri lavoratori,
12:37per le proprie aziende, e poi anche nella verifica del controllo finale.
12:42Non sempre, come dire, la utilità si ha perché il monitoraggio si può fare, ma non tutto
12:49dipende dalla stessa azienda.
12:51Allora, in questo senso, quando noi parliamo di semplificazione, è vero che dobbiamo alleggerire
12:56gli oneri burocratici, ma dobbiamo alleggerire gli oneri anche legislativi, perché il dato
13:03amministrativo, l'incipit amministrativo deriva da un provvedimento legislativo che
13:09ammonte.
13:10Quindi dobbiamo cercare di trovare un momento di equilibrio perché le nostre aziende possono
13:15diventare veramente competitive, tant'è che vorrei anche dire, precisare, che oggi
13:20la parola di competitività diventa centrale, attorno alla stessa ruotano tante cose, ruota
13:27anche, se vogliamo, una semplificazione.
13:29A proposito di allarmi o comunque di lamentele delle industrie europee, vi faccio sentire
13:36Piercarlo Frigerio di Feder Chimica, che è uno dei settori, appunto, quello chimico,
13:41che lamenta dei problemi sulla normativa europea.
13:44Indubbiamente la pressione regolatoria e le normative ambientali europee stanno incidendo
13:49sulla produzione industriale, è il calo della produzione dell'industria chimica che nel
13:562023 a livello europeo è stato del 10%.
14:00Rischeremmo di incorrere in una deindustrializzazione europea, avvantaggiando i competitor esterni,
14:08quindi sicuramente un passo nella giusta direzione, quello che l'industria spera, che ci siano
14:13anche delle azioni concrete a favore della competitività, quello che l'industria non
14:18può permettersi è di aspettare troppo tempo.
14:22Abbiamo già superato i target al 2030.
14:26Allora, le industrie fanno pressione sui governi, i governi a loro volta fanno pressione nell'Unione
14:30Europea.
14:31Lorenzo, c'è una mappa di governi, secondo te poi parleremo anche del Parlamento, di
14:35governi che stanno più innestando la retromarcia sugli obiettivi ambientali e altri che invece
14:41continuano a perseguirli?
14:43Questo sì, ma un attimo prima di rispondere fammi ricordare una cosa.
14:46Io ho seguito a suo tempo, stiamo parlando del 1995-1997, il regolamento sulla chimica,
14:57sulle sostanze chimiche, il RIC si chiama.
14:59L'industria chimica fece di tutto per opporsi a questo regolamento e paventando che ci sarebbe
15:08stato un milione di disoccupati in Europa.
15:12Pochi mesi dopo la messa in applicazione di questo regolamento, cosa è successo?
15:16Che non c'è stato assolutamente questo effetto e anzi l'industria chimica ha avuto un vantaggio
15:21dal fatto di essere l'industria chimica europea quella del luogo in cui venivano fatte quelle
15:26regole che poi gli altri dovevano rispettare nell'importazione dei prodotti.
15:29Quindi attenzione quando le lobby parlano perché le lobby a volte dicono cose che non
15:34sono vere, promettono o paventano macelli che poi non succedono.
15:39Riguardo ai governi, c'è effettivamente una mappa dei governi che sta aumentando perché
15:44sono tutti i governi di centro-destra, tra questi anche i governi italiani.
15:47E allora facciamo parlare a qualcuno di centro-destra, a proposito di questo e sul fatto anche che
15:55quello che sembra lamentare la nostra intervista in generale, molte lobby, molte associazioni
16:00industriali è un rischio di deindustrializzazione, di un declino comunque industriale dell'Europa,
16:06se lo vede così e se secondo lei è irreversibile.
16:09Io credo appunto che i governi di centro-destra abbiano un approccio molto più programmatico
16:16come ho detto poc'anzi rispetto ai problemi, cioè abbiamo la testa meno sulle nuvole,
16:22l'abbiamo più a terra, l'abbiamo nell'ascolto che abbiamo riservato alle aziende, alla realtà
16:28produttiva e cerchiamo di venire incontro a quelle che sono le reali esigenze per diventare
16:34performanti in un mercato mondiale in cui i nostri competitor corrono e noi molte volte
16:40siamo fermi.
16:41Quando sono arrivato in Europa pensavo che in Europa fosse tutto più semplice, ma avendo
16:49avuto una mia esperienza da amministratore regionale, prima alle infrastrutture poi all'economia,
16:55mi rendevo conto come alcuni vingoli nell'utilizzo dei fondi di coesioni per le imprese fossero
17:03eccessivi e alcuni adempimenti fossero eccessivamente onerosi e alcuni e se vogliamo alcuni obblighi
17:11pressassero eccessivamente la burocrazia e quindi le imprese.
17:16Bene, in Europa tutto questo accade, allora dobbiamo snellire, dobbiamo alleggerire e
17:22quando si dice vogliamo alleggerire non significa che vogliamo distruggere tutto, ma vogliamo
17:28anche rafforzare, anzi vogliamo essere più competitivi.
17:32Non siete così epocali sul Green Deal.
17:35Assolutamente, l'abbiamo detto.
17:36Voi no, ma qualcun altro sì, perché vi faccio leggere questa lettera che ha scritto Jordan
17:43Bardella, è il presidente del gruppo Patrioti per l'Europa, il terzo più numeroso del Parlamento
17:47europeo e ha scritto ad alcuni suoi omologhi, tra cui il presidente del Partito Popolare
17:52Europeo, questa cosa.
17:54Uniamo le forze per chiedere la sospensione del Green Deal, visto il pacchetto di misure
17:58molto vantaggiose per l'economia che Donald Trump sta per lanciare negli Stati Uniti.
18:04Lorenzo, questo Parlamento europeo come composizione è molto diverso da quello che nel 2019 ha
18:11partorito, comunque ha approvato il Green Deal, cosa significa, quali conseguenze ci
18:17saranno?
18:18La grande differenza sta nel fatto che mentre fino al 2024, quando ci sono state le elezioni
18:23europee, nel Parlamento europeo c'era innanzitutto un'alleanza, una coalizione che sosteneva
18:30la Commissione, che comprendeva dal PPA ai liberali ai socialisti e a volte anche i verdi,
18:36spesso anche i verdi.
18:37In secondo luogo, questa alleanza oggi c'è ancora, però è molto più debole, molto
18:47meno chiara, ma soprattutto quello che è cambiato è che oggi il PPA da solo è in
18:53grado di decidere la maggioranza del Parlamento, se il PPA decide di restare in questa coalizione
18:59con questi partiti che hanno sostenuto la prima Commissione von der Leyen, si va avanti,
19:03ma il PPA può benissimo decidere invece di fare alleanze a partire dai conservatori che
19:09considera, a partire dai conservatori che considera come dei potenziali alleati e sono
19:15alleati spesso su molte cose perché sono moderatamente di destra, anche se all'interno
19:20dei conservatori ci sono forse molto anti-europee, ma poi i conservatori fanno la ponte con i
19:26due partiti, i due gruppi di estrema destra, compreso quello di Bardella e i Patrioti, i
19:30quali sono dal PPA tenuti lontani ufficialmente con il colonne sanitario, ma poi in realtà
19:36i conservatori fanno la ponte, i conservatori vanno ad allearsi con loro, il PPA non c'entra
19:43ufficialmente, ma in realtà si possono avere poi delle maggioranze di centro-centro-destra,
19:49cioè popolari più destra-estrema-destra, come si è visto sul Venezuela, come si è
19:54visto sulla deforestazione. A proposito di Patrioti, di destra, anche radicali, dipenderà
20:03molto dal PPA. Sono il gruppo cruciale. A Giorgia volevo chiedere, a proposito anche
20:07di questo e di spinte patriottiche, Bardella citava Trump e le misure della nuova amministrazione
20:15statunitense. Quanto pesa nelle scelte dell'Unione Europea, nelle scelte ambientali dell'Unione
20:20Europea, questo nuovo corso, drill baby drill, cioè questa nuova spinta verso gli idrocarburi
20:26e contro la transizione ecologica, diciamo, lanciata da Trump? Allora, io credo che questa
20:33nuova amministrazione americana avrà e stia già avendo degli impatti molto importanti
20:40sull'Europa, a partire dalle minacce di revocare la difesa, per esempio nel caso di emergenze,
20:48e questo io mi auguro, dico sì, dobbiamo aumentare un investimento sulla difesa, ma
20:54non torniamo indietro sulle politiche ambientali, perché come ci sono delle minacce di guerre
21:02vicine all'Europa, il cambiamento climatico è una realtà e lo vediamo con le catastrofi
21:09in California, così come in Italia, le inondazioni dell'Emilia Romagna. Quindi io credo che
21:18l'Unione Europea ha in questo momento e dovrebbe prendere questa nuova amministrazione americana
21:26come una rampa di lancio per cambiare le politiche commerciali interne e soprattutto diventare
21:39leader nella produzione delle tecnologie verdi. A proposito di pungoli, ma anche di minacce
21:45e di Donald Trump, tra poco parliamo dei dazzi commerciali che vuole imporre l'Unione Europea,
21:50restate con noi. Bentornati a Bruxelles Tamo non Tamo per parlare di uno dei possibili
22:03motivi di attrito, non è l'unico a dire la verità, della presidenza di Donald Trump
22:08con l'Unione Europea. Trump aveva promesso dazzi commerciali e sta mantenendo la promessa.
22:13Lorenzo, noi cosa facciamo? Von der Leyen a sua volta ha promesso una risposta ferma.
22:19La situazione in questo momento è ancora fluida per la semplice ragione che non si
22:24sa ancora bene, nei dettagli, che cosa Trump ha deciso o deciderà. Perché è chiaro che
22:33ci saranno dei dazzi, questo lo ha detto, chiaro sull'acciaio e sull'alluminio del 25%,
22:40ma non è molto chiaro quali siano poi i prodotti che verranno inclusi in questi nuovi
22:46dazzi e tutto il resto, perché non ci dimentichiamo che Trump muore di dazzi su tutto, quindi
22:53c'è per esempio molta paura nel settore agricolo. Lo dicevamo, produttori di vino,
22:57di bevande al cuore. Si sa che quando si parla di dazzi sull'Europa si pensa subito
23:01ai dazzi punitivi, per esempio sul vino, sullo champagne per i francesi, sui formaggi per
23:06gli italiani. Anche sulle auto, mi sembra che la distrazione delle auto sia un problema
23:10grosso. Ancora non si sa. In più c'è stato questo strano episodio dei dazzi che lui aveva
23:18già deciso su Messico e Canada, poi è andato a parlare con loro e li ha tolti o minimizzati.
23:23C'è una parola inglese molto indicativa in questo senso, che è transnational. Siamo
23:31entrati in un'era transnational, cioè un'era di do-ud-des, di scambio, per cui i negoziati
23:37che si fanno si fanno sempre per avere qualcosa in cambio. Le minacce di Trump hanno dietro
23:46il desiderio o l'intenzione di chiedere qualcosa in cambio per sventare almeno la parte peggiore
23:51di quelle minacce e l'Europa sta aspettando di capirlo. Ma noi cosa possiamo dare in cambio,
23:56Falcone? Come possiamo convincere Donald Trump a non mettere i dazzi o come possiamo limitare
24:02i danni? E' chiaro che l'imposizione di dazzi non sarebbe, come dire, certamente la panacea
24:11ai problemi dell'America, cioè Trump a mio avviso vorrebbe essere più Presidente dell'America
24:19che Presidente del mondo, come ha fatto magari qualche suo predecessore, cioè vuole interessarsi
24:26più dei problemi congreti dell'America e risolvere i suoi problemi, però questo molte
24:30volte a detrimento di altri paesi e in alcuni casi come in questo a detrimento anche della
24:36stessa America, perché imporre i dazzi significa fare alzare i prezzi e fare alzare la inflazione,
24:43questo significherebbe un danno per la stessa America di cui l'America stessa è consapevole.
24:49Allora qua bisogna avviare la diplomazia che deve essere fatta dalla Fonder Line ma deve
24:54essere fatta anche da alcuni paesi membri che hanno una loro autorevolezza nei confronti
25:00della stessa America, mi riferisco certamente al nostro governo italiano, alla Giorgia Meloni
25:06che oggi diventa un'interlocutrice importante nei confronti dell'America, ma potrei dire
25:11al contempo di Antonio Tajani che oggi rappresenta uno dei ministri degli esseri più autorevoli
25:17del nostro pianeta. Qualcuno che è d'accordo sicuramente con lei non su Meloni e Tajani
25:21ma sulla dannosità dei dazzi è Thibault Lortie della Camera di Commercio americana
25:28Bruxelles, lo facciamo sentire.
25:31La nostra organizzazione si oppone all'aumento dei dazzi che alzerebbe i prezzi per i consumatori
25:39e interromperebbe catene di approvvigionamento integrate tra UE e Stati Uniti, le due parti
25:45dovrebbero rafforzare la loro relazione commerciale invece di imporre nuove barriere al commercio,
25:51le aziende ci esprimono preoccupazione per una possibile escalation delle tensioni commerciali,
25:56specie con le contromisure europee, ma vediamo un'opportunità di dialogo costruttivo.
26:02L'UE e gli Stati Uniti possono adottare un approccio innovativo per affrontare temi strategici
26:08come energia, difesa e dazzi esistenti, evitando misure protezionistiche dannose per l'economia.
26:15Giorgia, stiamo parlando di schermaglie commerciali, se non proprio di guerra commerciale, pensi
26:24che queste schermaglie commerciali possano spingere l'Europa a riavvicinarsi sul commercio
26:30ma non solo, magari alla Cina? Penso alla questione ambientale, gli Stati Uniti si ritirano
26:35dall'accordo di Parigi sul clima, la Cina ha un piano di neutralità climatica al 2060
26:41e non al 2050, ci può essere una convergenza? Un'altra ottima domanda, la mia risposta
26:47è no, non credo che l'Europa si avvicinerà alla Cina più di quanto non si è già facendo,
26:54la Cina è un ottimo partner commerciale, però per esempio per parlare delle auto elettriche
27:00credo che anzi l'Europa cercherà di agginare l'overproduzione delle macchine elettriche
27:07cinesi per difendere in qualche modo il proprio mercato. Non solo, uno dei più grossi problemi
27:15che verrebbero da dazi americani, per esempio sull'acciaio, è il fatto che la produzione
27:20cinese che non potrebbe più entrare in America verrebbe rediretta verso l'Europa, produzione
27:26che arriverebbe in Europa, soprattutto per l'acciaio per esempio, a prezzi molto inferiori
27:29a quelli interne europei e quindi sarebbe un grosso problema, ma io volevo dire un'altra
27:34cosa, questo è un terreno sul quale l'Unione Europea ha molta forza, perché abbiamo la
27:41commissione che ha pieno potere in politica commerciale, cioè non avremo competenze esclusive
27:47europee, quindi abbiamo una situazione che è opposta a quella che c'è invece in politica
27:52estera e politica anche industriale per la difesa, dove invece l'Europa ha le palle al
27:58piede dei paesi filorussi come l'Ungheria, come gli Slovacchi eccetera e non ha una vera
28:04politica industriale perché il trattato non la prevede, quindi c'è un problema grosso
28:08in politica estera, in politica industriale, della difesa dell'Unione, in politica commerciale
28:12non c'è e è esattamente questo il punto in cui l'Europa può farsi valere.
28:16Tanto che la commissione ha firmato dei trattati.
28:18Più che l'Europa qua può dimostrare la propria autorevolezza, non è una certezza, è un'occasione
28:26che noi possiamo avere per poter dimostrare che comunque l'Europa ha una propria legittimazione
28:32di mezzi, i poteri per farlo, che non ci sono in politica estera.
28:35E anche per rilanciare la produzione interna, la settimana prossima la commissione pubblicherà
28:42il tanto atteso Clean Industrial Deal, vedremo se è una risposta reale alle minacce di Trump,
28:49che può esserlo solo nel momento in cui proponga una reale strategia industriale verde per
28:55l'Europa.
28:56Intanto che aspettiamo il Clean Industrial Deal e che temo che torneremo a parlare anche
29:01di Dazio e guerra commerciale, anche dopo questa proposta legislativa.
29:05C'è stato anche il viaggio di Maros Shefcovic, il commissario europeo al commercio a Washington,
29:10proprio per parlare con l'amministrazione degli Stati Uniti di Dazio, di tariffe, di
29:15contropartite.
29:16Noi continueremo a raccontarvela su Euronews, intanto grazie ai nostri ospiti, grazie a
29:22Lorenzo, grazie Giorgia, grazie all'onorevole Falcone, restate su Euronews.
29:31Eccoci, Bruxelles tamo non tamo, il torcio settimanale di Euronews, dal cuore dell'Unione
29:40Europea.
29:41Io sono Vincenzo Genovese, con me ci sono Lorenzo Consoli, corrispondente di Askanews
29:44da Bruxelles, Giorgia Aranzato, manager per la finanza sostenibile di Transport and Environment,
29:50Marco Falcone, eurodeputato di Forza Italia.
29:52Parliamo di corruzione e lo facciamo partendo dall'indice di percezione della corruzione
29:56di Transparency International, che è la classifica più autorevole, diciamo, in questo
30:01settore.
30:02Tra le indicazioni che ci dà ci sono questi dati.
30:05Danimarca, Finlandia e Lussemburgo sono tra i paesi meno corrotti del mondo, secondo la
30:09percezione dei propri cittadini.
30:11Romania, Bulgaria e Ungheria sono invece i più corrotti dell'Unione Europea, 65esimo,
30:1676esimo e 82esimo posto nel mondo, quindi molto in basso nella classifica.
30:21In Italia e in Grecia la corruzione è rimasta ai livelli del 2023, mentre invece è in aumento
30:26in Belgio, Germania e Francia.
30:28Siete sorpresi da questi dati, Lorenzo?
30:31Non so perché il problema vero della corruzione come sistema, secondo me, sta nel funzionamento
30:39più o meno adeguato dello stato di diritto.
30:43Se lo stato di diritto funziona bene, se la separazione tra i poteri funziona bene, se
30:48la magistratura è indipendente, se la stampa è indipendente ed è forte nel suo lavoro,
30:55nel suo lavoro di sorveglianza del potere, la corruzione non ha spazio per…
31:01Stai per caso parlando di qualche paese in particolare dell'Unione Europea?
31:06Beh, abbiamo detto Romania, Bulgaria, Ungheria e l'Ungheria è l'ultima, se non sbaglio.
31:11Sappiamo bene che l'Unione Europea ha un problema sullo stato di diritto con l'Ungheria
31:19molto forte.
31:20Romania e Bulgaria sono paesi che sono entrati, come anche l'Ungheria, sono entrati da poco,
31:28relativamente poco, nell'Unione Europea e venivano da un sistema che non era un sistema
31:32democratico, il sistema sovietico, o il sistema rumeno che non era sovietico ma era comunque
31:39ancora più corrotto dell'Italia, quindi voglio dire, è chiaro che là dove… non
31:45a caso, però parlavamo di Finlandia, Danimarca, Scandinavi che sono quelli bravi, cosa possiamo
31:54imparare da loro secondo lei?
31:56Beh, io credo intanto che l'Europa deve lanciare un messaggio molto chiaro, che è
32:02quello dello stato di diritto, certamente mi fa piacere quando ho detto, però dobbiamo
32:07anche mettere in campo delle norme che possono da un lato garantire lo stato di diritto ma
32:12dall'altro lato non creare una prognosi di criminogena, cioè molte volte questo eccesso
32:21di norme, di controllo non crea un effetto positivo ma addirittura crea il contrario,
32:29cioè c'è una specie di effetto rebound, per cui coloro che sono, che devono approcciarsi
32:36alla pubblica amministrazione e devono sostenere determinati adembimenti poi cercano magari
32:42delle scorciatoie.
32:43Cioè troppe norme producono l'illusione delle norme stesse?
32:46Assolutamente sì, per cui è chiaro, noi come Parlamento ad esempio siamo impegnati
32:53in un monitoraggio contro tutto ciò che è corruzione, quindi per garantire non soltanto
33:00democrazia, partecipazione, ma questo grazie anche alla garanzia di alcuni diritti, quello
33:07dell'informazione, il diritto della libertà di pensiero corrisponde anche a un controllo
33:13forte, quindi a una salvaguardia di principi di trasparenza che servono per garantire lo
33:20stato di diritto e il corretto funzionamento della pubblica amministrazione laddove chi
33:26è chiamato a una responsabilità di governo deve essere ligio fino in fondo col giuramento
33:30che ha prestato.
33:31Secondo questo rapporto, Giorgia, la corruzione è anche uno dei maggiori problemi nella lotta
33:37al cambiamento climatico, come facciamo ad assicurarci che i fondi che non sono pochi
33:42destinati alla transizione ecologica finiscano nelle mani giuste?
33:45Un'ottima domanda, anche questa sta andando benissimo, credo che ci siano due punti principali,
33:55il primo probabilmente dobbiamo mettere in funzione dei meccanismi di controllo centralizzati
34:01che siano funzionanti in Europa e che possano controllare l'effettiva spesa dei fondi pubblici
34:12che arrivano nella direzione in cui dovrebbero andare e il secondo punto è forse dobbiamo
34:18rivisitare l'architettura dei fondi pubblici europei e aggiungere magari qualche condizionalità
34:26ambientale, sociale per far sì che vengano spesi nei fondi europei stessi.
34:34Rispetto a quello che dice Giorgia, c'è un altro studio di Rand che ho trovato secondo
34:39cui un sistema europeo di appalti di procurement ridurrebbe i costi legati alla corruzione
34:44di 900 milioni di euro, ma questo in pratica come si fa?
34:48Cioè serve l'accordo degli stati membri?
34:50Questa è una delle cose che non sono state realizzate da mercato unico, se ne parla spesso,
34:59c'è un'apertura degli appalti, formalmente c'è, a tutte le imprese europee, poi in realtà
35:06questo non sempre avviene, alcuni settori sono più protetti di altri, in Italia abbiamo
35:11la storia dei balneari che è una storia incredibile.
35:17Ma l'idea che gli appalti debbano essere europei in un mercato unico è assolutamente
35:28naturale e normale, se non lo sono ancora c'è un problema ed è uno dei problemi del non
35:33completamento del mercato unico, di cui parla il rapporto Letta e anche il rapporto Draghi,
35:38che andrebbe risolto, perché è ovvio che avere appalti europei significherebbe avere
35:43anche criteri di assegnazione degli appalti europei, tra i quali anche quelli della condizionalità
35:48ambientale per esempio, ci può essere quello del Buy European per esempio della difesa
35:53che è anche interessante, avere criteri che siano validi per tutti oltre al fatto che tutte
36:00le imprese europee possano partecipare a questi appalti, questo sarebbe in linea con l'idea
36:05del mercato unico.
36:06Come facciamo Falcone a lavorare anche sulla percezione, non solo sulla corruzione in sé
36:10ma anche sulla percezione che i cittadini hanno del fatto che il sistema in cui vivono
36:14sia corrotto?
36:15Tutto dipende dalla cosiddetta buona politica, cioè un governo che riesce a dare delle risposte
36:23al territorio e ai cittadini ha certamente un indice di gradimento e anche di fiducia
36:28in termini di principi di trasparenza molto più alto rispetto a un governo che invece
36:34non riesce a dare delle risposte, molte volte si ritiene che chi ha un ruolo di governo
36:40non sembra sia onesto, anzi viene chiamato a quella responsabilità non per gli interessi
36:47collettivi però per gli interessi comunque di parte, se non addirittura personali.
36:51Allora noi dobbiamo superare questo anche dato culturale con la buona politica e con
36:57il buon governo.
36:58E con questo auspicio chiudiamo la puntata di oggi, grazie ai nostri ospiti, grazie a
37:03voi per averci seguito, scriveteci per domande e suggerimenti a bruxeltamonontamochioccioaleuronews.com
37:08o sui nostri social network.
37:10Grazie ancora da parte mia e dalla redazione di Euronews, ci vediamo la settimana prossima!

Consigliato