Cannes, 14 mag. (askanews) - Si intitola "Enzo" il film che ha portato Pierfrancesco Favino a Cannes e che ha aperto la Quinzaine des cinéastes del 78° festival. L'attore italiano era stato chiamato dal regista, poi scomparso, Laurent Cantet, ed è stato quindi diretto da Robin Campillo nel ruolo di un padre in conflitto con il figlio 16enne. Il ragazzo, Enzo, vuole cercare la propria identità fuggendo dall'ambiente borghese della famiglia e l'incontro con il muratore ucraino Vlad lo mette di fronte a se stesso e alla propria sessualità. "Enzo" è un film che ha fatto riflettere Favino sul proprio ruolo di genitore: "Come un qualsiasi genitore che ha un figlio adolescente siamo gli uni in balìa degli altri, spesso tirati a destra e a sinistra da emozioni contrastanti, da preoccupazioni, dalla difficoltà di saper riconoscere l'individuo che hai davanti, indipendentemente dal fatto che sia tuo padre o tuo figlio. - ha detto l'attore - In questo film è trattato senza nessun giudizio, con uno stile che consente a ognuno di noi di poter rivedere la propria storia lì dentro e probabilmente e riuscire, magari, a costruire un dialogo".
Favino è uno dei firmatari della lettera-appello al ministro Giuli in cui le associazioni di attori, autori e tecnici chiedono un incontro per discutere misure contro la crisi industriale del cinema italiano. A questo proposito ha affermato: "Per fare un ponte bisogna che da una parte e dall'altra si sia d'accordo e ascoltarsi. Bisogna ascoltarli, incontrarli i lavoratori e consentire magari a questi lavoratori di dire ciò che possa essere più adatto in un momento di difficoltà per poter attraversare questo guado".
(Intervista di Emanuele Bigi)
Favino è uno dei firmatari della lettera-appello al ministro Giuli in cui le associazioni di attori, autori e tecnici chiedono un incontro per discutere misure contro la crisi industriale del cinema italiano. A questo proposito ha affermato: "Per fare un ponte bisogna che da una parte e dall'altra si sia d'accordo e ascoltarsi. Bisogna ascoltarli, incontrarli i lavoratori e consentire magari a questi lavoratori di dire ciò che possa essere più adatto in un momento di difficoltà per poter attraversare questo guado".
(Intervista di Emanuele Bigi)
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00:00Si intitola Enzo, il film che ha portato Pierfrancesco Favino a Cannes e che ha aperto la Cannes des Cineastes del 78esimo Festival.
00:10L'attore italiano era stato chiamato da regista, poi scomparso Laurent Canté ed è stato quindi diretto da Robin Campion nel ruolo di un padre in conflitto con il figlio sedicenne.
00:22Il ragazzo Enzo vuole cercare la propria identità fuggendo dall'ambiente borghese della famiglia e l'incontro con il muratore Ucraino Vlad lo mette di fronte a se stesso e alla propria sessualità.
00:36Enzo è un film che ha fatto riflettere Favino anche sul proprio ruolo di genitore.
00:42Come qualsiasi genitore che ha a che fare con un figlio adolescente siamo gli uni in balia degli altri, spesso tirati a destra e a sinistra da emozioni contrastanti, da preoccupazione, da difficoltà di saper riconoscere l'individuo che hai di fronte indipendentemente dal fatto che sia tuo padre o tuo figlio.
01:03Questo film è trattato senza nessun giudizio e con uno stile che consente a ognuno di noi di poter rivedere la nostra storia lì dentro e probabilmente, spero, riuscire magari a costruire un dialogo.
01:20Favino è uno dei firmatari della lettera appello al ministro Giuli in cui le associazioni di attori, autori e tecnici chiedono un incontro per discutere misure contro la crisi industriale del cinema italiano.
01:34Per fare un punto c'è bisogno che da una parte e dall'altra si sia d'accordo e ascoltarsi, quindi bisogna ascoltarli, incontrarli i lavoratori e consentire quindi magari a questi lavoratori di dire ciò che pensano possa essere più adatto in un momento di difficoltà per poter attraversare questo guado.