I dati parlano chiaro: Biancaneve e La Sirenetta, tra le ultime creature del revival live action firmato Disney, hanno prodotto insieme oltre 8.200 tonnellate di anidride carbonica. Queste superano le emissioni generate in un anno intero dagli aeroporti britannici di Birmingham e Luton. È quanto emerge da un’analisi condotta su 250 documenti ufficiali, frutto della normativa britannica del 2019 che obbliga le produzioni cinematografiche a rendicontare l’impatto ambientale. E nonostante si tratti di film prodotti da uno studio americano, le due pellicole sono state girate nel Regno Unito, approfittando dei forti incentivi fiscali (fino al 25,5% delle spese rimborsate), per un totale di circa 95 milioni di sterline. Un investimento pubblico che oggi viene messo in discussione, soprattutto alla luce dell’impronta ambientale lasciata.
[idgallery id="687349" title="Da Biancaneve a Elsa, tutte le principesse Disney"]
Emissioni dei kolossal: un primato che imbarazza
Le cifre impressionano: La Sirenetta da sola ha emesso oltre 5.100 tonnellate di CO₂, mentre Biancaneve ha superato le 3.100. Per fare un confronto, una produzione cinematografica di grandi dimensioni dovrebbe idealmente restare intorno alle 2.600 tonnellate, secondo gli standard non ufficiali dell’industria. Le emissioni, poi, sono suddivise in tre categorie: quelle dirette, dei carburanti usati sul set, quelle legate all’elettricità e quelle indirette, legate ai fornitori. Perfino Fast & Furious, saga nota per l’uso smodato di auto e motori, non ha raggiunto questi livelli. La notizia ha sollevato una nuova ondata di critiche, soprattutto in un momento in cui il settore è chiamato a rendere conto della propria sostenibilità ambientale.
[idarticle id="2528323,2528658,2521302" title="La nuova ''Biancaneve'' Disney che sembra un'attivista scappata da Ventotene è già flop oppure no?,Rachel Zegler, nuova icona beauty. Le acconciature dell'attrice di ''Biancaneve'' sono da favola,Da fiaba a live action: su Canale 5 il remake riuscito a metà di ''La Sirenetta''"]
L'ennesima polemica per Biancaneve
A complicare le cose, Biancaneve è diventato il bersaglio perfetto di ogni tipo di polemica. Già criticata per il casting della protagonista Rachel Zegler e per le sue dichiarazioni giudicate divisive, la produzione ha scontentato anche molti fan storici. Le uscite pubbliche delle attrici coinvolte – Zegler e Gal Gadot in particolare – su temi politici hanno acceso ulteriori controversie, portando la Disney a organizzare una première a porte chiuse per evitare proteste. Il disastro si è poi consumato sul piano economico: con oltre 115 milioni di dollari di perdite e un clamoroso flop al botteghino, il film è tra i più fallimentari degli ultimi anni. Su IMDb ha raccolto il 91% di recensioni con una sola stella su dieci. Il colpo è stato tale da indurre la Disney a mettere in pausa il live action di Rapunzel, segno che la formula magica potrebbe aver perso il suo incantesimo.
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Emissioni dei kolossal: un primato che imbarazza
Le cifre impressionano: La Sirenetta da sola ha emesso oltre 5.100 tonnellate di CO₂, mentre Biancaneve ha superato le 3.100. Per fare un confronto, una produzione cinematografica di grandi dimensioni dovrebbe idealmente restare intorno alle 2.600 tonnellate, secondo gli standard non ufficiali dell’industria. Le emissioni, poi, sono suddivise in tre categorie: quelle dirette, dei carburanti usati sul set, quelle legate all’elettricità e quelle indirette, legate ai fornitori. Perfino Fast & Furious, saga nota per l’uso smodato di auto e motori, non ha raggiunto questi livelli. La notizia ha sollevato una nuova ondata di critiche, soprattutto in un momento in cui il settore è chiamato a rendere conto della propria sostenibilità ambientale.
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