The Passenger - Battaglia per il Polo Nord - Puntata di Martedì 18 Marzo 2025
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NovitàTrascrizione
00:00:00Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org
00:00:30Tutte le strade si sa portano a Roma e noi quelle strade le percorriamo senza paura.
00:00:37Benvenuti ad una nuova puntata di The Passenger.
00:00:40Oggi invece del nostro solito aereo però prendiamo una nave, una nave enorme, rompi ghiaccio e ce ne andiamo lontanissimi
00:00:48in una terra che è stata poco raccontata.
00:00:52In realtà fin qui, fino a questi giorni, questi giorni dove è ambita, ambitissima non solo dagli Stati Uniti d'America
00:01:00e dalla nuova governance guidata da Donald Trump ma anche da tantissime altre superpotenze globali.
00:01:08Sì, stiamo parlando della Groenlandia e ne parliamo con il nostro esperto di storia Paolo Battaglia
00:01:16che in questa terra veramente lontanissima ci è stato qualche anno fa.
00:01:20Buonasera Paolo.
00:01:22Buonasera Andrea, buonasera a tutti.
00:01:24Sono passati ormai cinque anni, sembra passata un'epoca, un'era da quel 2020 che tutti ricordiamo per il coronavirus.
00:01:35Tu durante il lockdown sei partito e ti sei recato appunto lì in Groenlandia.
00:01:42Perché sei partito alla volta di questa terra che veramente fino a qualche settimana fa in realtà sembrava sparita dai radar?
00:01:51Ma innanzitutto la grande curiosità, la curiosità dello storico e anche la curiosità del viaggiatore
00:01:59perché la Groenlandia mi ha sempre attratto come terra proprio perché è una terra lontana, assolutamente remota
00:02:06e con una grandissima cultura data dalla popolazione inuit con cui sono rimasto in strettissimo contatto per giorni.
00:02:14Proprio in quei giorni in cui tutto il mondo chiudeva, in particolare l'Italia chiudeva,
00:02:19io l'8 marzo del 2020, proprio il giorno dell'apertura, della chiusura anzi del lockdown,
00:02:24mi recavo appunto in questa terra lontanissima ma affascinante.
00:02:29Bene, quindi diciamo ti sei saltato tutti quei giorni di isteria tipici appunto dell'inizio del lockdown,
00:02:36te li sei vissuti lì in questa terra isolatissima.
00:02:40Quindi curiosità, curiosità per una terra che dicevamo era poco raccontata fino a qualche settimana fa,
00:02:47una terra che però nasconde comunque tantissime bellezze naturali
00:02:52e anche una storia fatta non solo di ghiaccio come potrebbe narrare il nostro immaginario collettivo
00:02:59quando si parla di Groenlandia ma una storia fatta anche di sangue,
00:03:04perché comunque li hai citato tu, gli inuit insomma ne hanno passate nei secoli in realtà scorsi
00:03:15e sono state anche una popolazione in realtà forte che si è riuscita a ricompattare
00:03:20e che negli ultimissimi anni ha denunciato la Danimarca per genocidio,
00:03:24genocidio ai danni delle donne inuit.
00:03:27Ma andiamo con ordine perché io partirei dallo statuto della Groenlandia,
00:03:33è uno stato oggi sovrano, è uno stato che è però dipendente dalla Danimarca.
00:03:41Ecco la Groenlandia effettivamente da un punto di vista giuridico che cos'è?
00:03:47Ma è una via di mezzo come hai detto giustamente te,
00:03:53non è più una colonia come lo è stata per circa 800 anni,
00:03:57una colonia danese, una colonia che subì uno sfruttamento soprattutto della popolazione inuit
00:04:05come è giustamente ricordato ed è stata dotata di una forma di autonomia solo in epoca molto recente
00:04:13perché l'autonomia dalla Danimarca di fatto si crea nel 1979
00:04:19allorché appunto Copenhagen consente alla Groenlandia di avere un proprio Parlamento,
00:04:26il Parlamento che è andato all'elezione proprio la settimana scorsa
00:04:30e che consentì poi alla Groenlandia di adottare una propria bandiera
00:04:36e alla fine di avere quello status non più di colonia ma di una sorta di stato semisovrano,
00:04:44potremmo chiamarlo così, perché di fatto sovrano ancora non è
00:04:47perché ha una dipendenza commerciale e politica dalla Danimarca
00:04:51e ricordiamo che purtroppo o per fortuna la Groenlandia dipende economicamente dalla Danimarca
00:04:58proprio perché la Danimarca dà circa più di mezzo miliardo di dollari l'anno alla Groenlandia,
00:05:03all'economia groenlandese per sostenersi.
00:05:05Dobbiamo considerare che la Groenlandia proprio per le caratteristiche,
00:05:09questa isola la più grande del mondo ma anche con una popolazione ridottissima
00:05:14perché abitano in Groenlandia solo 60.000 persone
00:05:18ovviamente non ha quelle capacità economiche che le consentirebbero di diventare uno stato sovrano
00:05:25anche se i partiti che sono usciti vincitori dall'ultima tornata elettorale
00:05:31sicuramente puntano a una forma di sovranità,
00:05:34chi in tempi più ristretti, chi in tempi più lunghi
00:05:39ma un distacco graduale o forse anche più repentino appunto dal governo di Copenhagen.
00:05:45Assolutamente, immagino che comunque la vita sia abbastanza difficoltosa in quelle aree
00:05:50nel senso che la Groenlandia di fatto non produce nulla
00:05:55soprattutto quando si parla di viveri, di cibo e di quant'altro
00:05:59che serve proprio per la vita di tutti i giorni.
00:06:01Quindi è un paese che dipende fortemente dalle importazioni
00:06:04e che dipende fortemente dagli aiuti economici danesi.
00:06:08Giusto per renderci conto del perché effettivamente lì la vita costa tantissimo
00:06:14tu hai fatto questo viaggio, ti sei recato lì, immagino che sia stato un viaggio lunghissimo,
00:06:19difficoltoso, non solo per le chiusure dovute al periodo, cioè al lockdown,
00:06:24all'epoca del Covid, ma perché è proprio difficile da raggiungere la Groenlandia.
00:06:28Qual è stato il tuo itinerario?
00:06:31Per raggiungere la Groenlandia solitamente si passa ovviamente dalla madre e padre,
00:06:36cioè dalla Danimarca.
00:06:38Poi con successivi voli, bisogna prenderne parecchi,
00:06:44si arriva o alla capitale, che è Nuuk, oppure a Kangerlusak,
00:06:50che è una delle città principali, si parla sempre del lato occidentale della Groenlandia,
00:06:59per poi prendere addirittura un ulteriore aereo e infine un elicottero,
00:07:04perché io mi trovavo in un'isola, l'isola di Umanak,
00:07:08che si trova oltre il circolo volare artico e che è ovviamente circondata dal mare.
00:07:14Ovviamente essendo marzo, essendo pieno inverno ancora in Groenlandia,
00:07:19era circondata dal pak, cioè la calotta di ghiaccio che si forma durante l'inverno groenlandese
00:07:25e che circondava l'isola.
00:07:27E l'unico modo per raggiungere era appunto l'elicottero.
00:07:30Considerate che ovviamente questo tipo di spostamenti è molto difficile,
00:07:36proprio perché le condizioni atmosferiche della Groenlandia
00:07:40non consentono spesso e volentieri agli elicotteri di viaggiare
00:07:45e quindi eravamo in balia anche degli eventi e del tempo.
00:07:49E poi per circa una decina di giorni siamo riusciti a isolarci completamente
00:07:56viaggiando su queste slitte guidate dai cani e immergerci nella realtà Inuit,
00:08:03in una realtà completamente diversa da quella a cui siamo abituati,
00:08:08priva di rumori, priva di colori e assolutamente particolare,
00:08:12in un periodo assolutamente particolare che viveva il nostro paese,
00:08:16fino poi a tornare alla civiltà e a tornare ahimè a quella vicenda
00:08:21e a quel periodo terribile che appunto è stato caratterizzato dalla pandemia.
00:08:29Quindi immaginate quanto può essere difficile importare beni,
00:08:33se questo è stato il viaggio di Paolo Battaglia,
00:08:35immaginate per le navi cargo quanto può essere difficile,
00:08:38in alcuni periodi dell'anno soprattutto,
00:08:40poter trasportare grandi quantità di merci.
00:08:44Tu sei stato a stretto contatto con gli Inuit per qualche giorno,
00:08:47sei stato anche uno di loro nello stile di vita,
00:08:51nell'adottare un particolare stile di vita.
00:08:53È forte oggi l'identità Inuit nella popolazione groenlandese,
00:08:57percevi essere di 60.000 unità più o meno?
00:09:01Sì, perché la gran parte, la stragrande maggioranza
00:09:05della popolazione groenlandese è data dagli Inuit,
00:09:08che sono poi gli eredi di quelle popolazioni
00:09:12che provenivano dalla Siberia, dall'Alaska,
00:09:15e quindi di quella forte ondata migratoria
00:09:18che si ebbe migliaia di anni fa
00:09:22e che portò queste popolazioni nomadi
00:09:25e soprattutto di tradizioni sciamaniche
00:09:27a popolare da una parte il Canada
00:09:30fino ad arrivare alla Groenlandia,
00:09:33quella che fu ricordata come una piccola seconda era glaciale
00:09:38e che portò queste popolazioni a spostarsi anche verso l'Oriente.
00:09:43Il popolo Inuit ha delle tradizioni ancestrali,
00:09:48è una popolazione che parla una lingua completamente diversa
00:09:51dalle lingue indoeuropee,
00:09:53è una popolazione legata fortissimamente alla natura,
00:09:56d'altronde anche la presenza degli stregoni e degli sciamani
00:10:00appunto ricorda questo loro passato
00:10:04ed è una popolazione legata fortemente anche al territorio,
00:10:09perché gli Inuit ancora oggi sono popolazioni
00:10:13dedicate alla caccia e alla pesca,
00:10:15che rappresentano le vecchie tradizioni e tradizioni del passato
00:10:21legate all'asfruttamento del territorio,
00:10:23quindi alla caccia dell'orso, alla caccia della foca e delle balene
00:10:27e che poi ha portato, se vogliamo,
00:10:30gli stessi europei a interessarsi migliaia di anni fa
00:10:34appunto di questa terra così lontana
00:10:37e che portò poi alla rapida colonizzazione
00:10:40da parte dei danesi della Groenlandia.
00:10:44Assolutamente, quindi l'isola più grande del mondo,
00:10:47difficile da raggiungere,
00:10:48con una popolazione poi autottona da migliaia di anni,
00:10:53dicevamo quindi che potrebbe avere
00:10:55una forte identità culturale legata alla terra,
00:10:59alla terra a quest'isola, legata alle sue tradizioni,
00:11:03una terra che nasconde anche un certo sentimento nazionale
00:11:10più che nazionalista.
00:11:11Magari continuiamo questo discorso tra poco
00:11:13perché si lega ovviamente alla strettissima attualità
00:11:17che riguarda questa terra remota eppure così raccontata tra poco.
00:11:23Sottotitoli e revisione a cura di QTSS
00:11:41E riaccogli carissimi passengers,
00:11:43stiamo raccontando la Groenlandia,
00:11:45una terra oggi contesa tra le superpotenze
00:11:48eppure con una forte identità nazionale,
00:11:51un'identità nazionale che affonda le sue radici
00:11:54in migliaia e migliaia di anni fa,
00:11:57radici che comunque derivano da un passato di migrazioni.
00:12:02Ne stiamo parlando con Paolo Battaglia
00:12:04che cinque anni fa durante il Covid,
00:12:06durante il lockdown, ha avuto l'onore e l'honore
00:12:10da questo punto di viaggiare in questa terra
00:12:12difficilissima da raggiungere.
00:12:14Paolo, dicevi no?
00:12:15Tu hai vissuto a stretto contatto con gli Inuit,
00:12:20ci hai raccontato delle loro tradizioni
00:12:22ancora oggi ben radicate nel tessuto sociale groenlandese
00:12:27e ti chiedo ad oggi,
00:12:30in questi giorni in cui Donald Trump addirittura
00:12:33ha proposto di fare un referendum
00:12:36per proporre l'annessione della Groenlandia
00:12:38agli Stati Uniti d'America,
00:12:40ecco, di fronte a quello che ci hai raccontato
00:12:43pensi sia possibile per loro, per i groenlandesi,
00:12:46cedere alla fine la loro sovranità
00:12:49poi difficilmente ottenuta negli anni dalla Danimarca
00:12:53e ancora non totale agli Stati Uniti?
00:12:58Ma la vedo difficile per due fattori.
00:13:00Uno perché il referendum in Groenlandia
00:13:02ha portato sempre risultati opposti
00:13:04a quello che spererebbe Trump
00:13:06perché l'unico referendum in realtà
00:13:08che si è tenuto in Groenlandia di un certo peso
00:13:11è stato quello del distacco dall'Unione Europea
00:13:14che si è poi avverato nel 1985
00:13:18quando la Groenlandia appunto
00:13:20si è di fatto estromessa,
00:13:22si è autoestromessa dall'Unione
00:13:24tanto è vero che per arrivare in Groenlandia
00:13:27attualmente bisogna esibire il passaporto
00:13:30e si è fuori appunto dalla UE
00:13:33e tutte dai confini Schengen
00:13:35pur essendo la Danimarca
00:13:37facente parte del trattato Schengen
00:13:39dell'Unione Europea.
00:13:41E in seconda battuta anche perché
00:13:43l'America o gli Stati Uniti
00:13:45provano a comprare la Groenlandia
00:13:47da diversi anni
00:13:49fin dal 1867
00:13:51quando provarono a convincere
00:13:53i re di Danimarca a vendere
00:13:55appunto la Groenlandia
00:13:57agli Stati Uniti.
00:13:59Poi nel 1946
00:14:01con la presidenza Truman
00:14:03perché poi forse avremo modo
00:14:05di raccontarle,
00:14:06gli americani si erano insediati
00:14:08in Danimarca durante la seconda guerra mondiale
00:14:10e poi infine
00:14:12sia nel 2019
00:14:14che adesso poi con il secondo
00:14:16mandato di Trump
00:14:18nel tentativo appunto sempre degli Stati Uniti
00:14:20di ammettere la Groenlandia
00:14:22e farne appunto
00:14:24uno Stato, il 51esimo Stato
00:14:26degli Stati Uniti.
00:14:27In realtà io credo che sia
00:14:29un'ipotesi molto lontana dalla realtà
00:14:31anche perché la Groenlandia
00:14:33non fa solo gola agli Stati Uniti
00:14:35ma fa gola a molte potenze
00:14:37tra cui la Russia e manco a dirlo
00:14:39la Cina.
00:14:40Assolutamente sì.
00:14:41Tra l'altro la Cina
00:14:43sta sperimentando
00:14:45proprio in questi mesi
00:14:47la nave rompighiaccio più grande del mondo
00:14:49che dovrebbe aprire nuove rotte
00:14:51artiche e quindi
00:14:53favorire poi il commercio
00:14:55marittimo aprendo appunto
00:14:57nuove rotte mai battute prima.
00:14:59Alcune di esse potrebbero passare
00:15:01addirittura di fronte ai mari
00:15:03della Groenlandia.
00:15:05Senti Paolo, gli Stati Uniti
00:15:07d'America sono interessati a questa terra
00:15:09da tantissimi
00:15:11decenni. Hai detto bene anche
00:15:13la Russia, attualmente
00:15:15anche la Cina, però in realtà
00:15:17in passato se ne sono interessati anche il Canada
00:15:19e poi ovviamente soprattutto la Danimarca
00:15:21che poi ne ha resa addirittura una colonia
00:15:23ma perché una terra
00:15:25comunque così isolata
00:15:27poco abitata
00:15:29dove
00:15:31primo impatto mi verrebbe da dire
00:15:33solo ghiaccio ha sempre fatto
00:15:35comunque gola alle superpotenze
00:15:37del momento?
00:15:39Due sono i fattori
00:15:41innanzitutto il fattore strategico
00:15:43non dimentichiamo la Groenlandia
00:15:45da un punto di vista
00:15:47geografico è una posizione
00:15:49perfetta
00:15:51e cioè proprio nel mezzo
00:15:53tra la Russia o l'Europa
00:15:55e gli Stati Uniti
00:15:57e quindi avere il controllo della Groenlandia
00:15:59vuol dire avere il controllo delle rotte artiche
00:16:01e quindi così come fu
00:16:03nel 1941
00:16:05quando l'ambasciatore
00:16:07danese consentì
00:16:09all'amministrazione americana di insediare
00:16:11delle basi americane
00:16:13in Groenlandia proprio perché
00:16:15nel 40 la Danimarca era stata occupata
00:16:17dal terzo Reich e quindi non si voleva
00:16:19che quella grande avamposto
00:16:21potesse cadere in mano ai nazisti
00:16:23ovviamente
00:16:25poi gli americani
00:16:27hanno avuto
00:16:29diciamo un certo appetito
00:16:31nel poter ancora avere
00:16:33il controllo strategico
00:16:35su quell'isola
00:16:37quindi sia di rotte artiche
00:16:39sia dell'ottica di quella che era la guerra fredda
00:16:41perché avere un amamposto diretto
00:16:43sulla Russia ovviamente
00:16:45per gli Stati Uniti
00:16:47non poteva
00:16:49altro che essere
00:16:51una manna
00:16:53dall'altro punto di vista
00:16:55la Groenlandia è vero è ricoperta
00:16:57di ghiacci ma attenzione
00:16:59nel sottosuolo della Groenlandia
00:17:01c'è ogni ben di Dio
00:17:03tra cui
00:17:05manco a dirlo, terre rare
00:17:07il petrolio e il gas
00:17:09forse nessuno
00:17:11può pensare che sotto
00:17:13una quantità di ghiaccio
00:17:15così importante
00:17:17possano nascondersi tanti beni
00:17:19eppure la Groenlandia
00:17:21da un punto di vista economico rappresenta
00:17:23un vero e proprio Eldorado
00:17:25una risorsa quasi infinita
00:17:27proprio perché non è mai stata intaccata
00:17:29dallo sfruttamento umano
00:17:31una risorsa quasi infinita
00:17:33di energia, di gas
00:17:35di petrolio
00:17:37di tutti i materiali possibili e immaginabili
00:17:39tra cui l'oro, il magnesio
00:17:41e tantissimi altri materiali
00:17:43necessari per l'economia moderna
00:17:45quindi avere il controllo
00:17:47del sottosuolo groenlandese
00:17:49è avere il controllo
00:17:51dell'economia mondiale
00:17:53e non lo diciamo tra virgolette
00:17:55proprio come è realtà
00:17:57Assolutamente sì, no? E tornando al discorso
00:17:59di prima, cioè al fatto che la Groenlandia
00:18:01ad oggi è uno stato semisovrano
00:18:03dalla Danimarca
00:18:05ecco
00:18:07l'Unione Europea
00:18:09come reagisce di fronte
00:18:11alle mire
00:18:13di Donald Trump
00:18:15e agli interessi anche di Russia e Cina
00:18:17nei confronti di una terra che si è tirata fuori
00:18:19dall'Unione Europea ma che comunque
00:18:21ha strettissimi contatti ancora oggi
00:18:23con un paese che ne fa parte
00:18:25quale la Danimarca
00:18:27Beh, innanzitutto
00:18:29c'è appunto
00:18:31l'hai dovuto ricordare tu ma viene
00:18:33logico pensarlo, la Danimarca
00:18:35non può certo rinunciare
00:18:37a quella che è stata una sua
00:18:39colonia, forse la sua colonia
00:18:41più importante per oltre
00:18:43800 anni
00:18:45ma secondo me
00:18:47la paura
00:18:49dell'Unione Europea, che la Groenlandia
00:18:51possa cadere nelle mani degli Stati Uniti
00:18:53o della Cina è una paura
00:18:55anche abbastanza infondata
00:18:57proprio perché innanzitutto la Groenlandia come ho ricordato
00:18:59dipende anche molto economicamente
00:19:01dalla Danimarca
00:19:03e in secondo luogo perché
00:19:05gli stessi Inuit, quindi gli stessi partiti
00:19:07politici al governo
00:19:09che erano al governo della Groenlandia
00:19:11prima di questa tornata elettorale
00:19:13sono spinti anche
00:19:15a una conservazione del territorio
00:19:17e questo sfruttamento del territorio
00:19:19groenlandese che abbiamo ricordato essere
00:19:21un territorio ricchissimo
00:19:23contrasta con quella
00:19:25che è la tutela del territorio
00:19:27da parte delle popolazioni Inuit
00:19:29che costituiscono più del 90%
00:19:31della popolazione groenlandese
00:19:33quindi è ovvio che c'è una particolare
00:19:35attenzione nella conservazione
00:19:37del territorio
00:19:39e delle risorse
00:19:41del territorio groenlandese da parte dei partiti
00:19:43politici, quindi da un lato
00:19:45la Groenlandia vuole una forma di indipendenza
00:19:47e dall'altro non vuole cadere
00:19:49sotto uno sfruttamento economico
00:19:51da parte delle superpotenze
00:19:53in particolare dei cinesi
00:19:55che non credo abbiano così tanto
00:19:57rispetto per il territorio
00:19:59e le tradizioni Inuit
00:20:01ed è questo forse il timore
00:20:03maggiore dei partiti
00:20:05oggi che governano
00:20:07attualmente il Parlamento Groenlandese
00:20:09quindi credo che questo pericolo non ci sia
00:20:11Assolutamente, per non parlare di Trump
00:20:13con la ricarbonizzazione
00:20:15dell'economia in America, quindi figuriamoci
00:20:17quello che potrebbe accadere l'Ingroenlandia
00:20:19quindi è uno scontro
00:20:21più che economico, quasi culturale
00:20:23quello tra la popolazione locale
00:20:25e poi chi vorrebbe mettere mano
00:20:27sulla nuova Eldorado, una Eldorado
00:20:29ghiacciata
00:20:31e senti Paolo, tornando al discorso degli Inuit
00:20:33abbiamo detto negli ultimi anni
00:20:35due anni fa se non sbaglio
00:20:37proprio gli Inuit
00:20:39tramite varie associazioni
00:20:41hanno denunciato la Danimarca
00:20:43la corona danese
00:20:45per genocidio
00:20:47nei confronti delle donne Inuit
00:20:49cosa è successo durante il periodo di colonizzazione
00:20:51da parte della Danimarca
00:20:53nei confronti della Groenlandia?
00:20:55Questi episodi
00:20:57risalgono in particolare dopo la
00:20:59Seconda Guerra Mondiale, in particolare
00:21:01intorno agli anni
00:21:03tra gli anni 30 e soprattutto dopo
00:21:05gli anni 50
00:21:07la Groenlandia ha sempre avuto
00:21:09un atteggiamento paternalistico
00:21:11se vogliamo ovviamente
00:21:13di dominatore europeo
00:21:15perché rimane uno stato europeo, uno stato colonialista
00:21:17da un lato
00:21:19si cercò di frenare
00:21:21l'aumento
00:21:23demografico in Groenlandia
00:21:25e come farlo? Attraverso la sterilizzazione
00:21:27delle donne
00:21:29attraverso un programma che rese
00:21:31le donne sterili
00:21:33le donne Inuit sterili
00:21:35e quindi in maniera tale
00:21:37avevano un controllo maggiore
00:21:39sulla popolazione che rischiava
00:21:41di aumentare
00:21:43poi ci furono episodi
00:21:45molto
00:21:47tristi, anche molto crudeli
00:21:49in particolare il rapimento
00:21:51o l'allontanamento forzato
00:21:53di molti bambini Inuit
00:21:55e il loro
00:21:57chiamiamolo così
00:21:59esilio nella madre-padre
00:22:01cioè in Danimarca, nel tentativo
00:22:03di farne una nuova classe di dirigente groenlandese
00:22:05un tentativo che ovviamente
00:22:07non ebbe
00:22:09esiti felici
00:22:11e che fa capire
00:22:13ancora una volta come il colonialismo europeo
00:22:15purtroppo ha sempre questo volto
00:22:17di sfruttamento e soprattutto
00:22:19di
00:22:21sfruttamento non solo del territorio
00:22:23ma soprattutto delle popolazioni che vivono
00:22:25nelle colonie e ricordiamolo
00:22:27i cittadini groenlandesi
00:22:29per anni, per decenni
00:22:31sono stati considerati da Danimarca
00:22:33dei cittadini sarebbi, tanto è vero che
00:22:35per ottenere la cittadinanza
00:22:37danese, i groenlandesi
00:22:39dovevano abitare in Danimarca
00:22:41per diverso tempo, quindi
00:22:43in realtà sono sempre stati considerati
00:22:45un po' come gli indiani d'America
00:22:47dei cittadini dimenticati
00:22:49e una forma di manodopera
00:22:51da sfruttare viecamente
00:22:53secondo gli interessi appunto
00:22:55di Copenhagen
00:22:57e in generale
00:22:59della Danimarca
00:23:01oggi questi cittadini
00:23:03un tempo dimenticati governano
00:23:05questo paese e vogliono
00:23:07la loro indipendenza, indipendenza non solo
00:23:09dalla Danimarca ma da qualsiasi
00:23:11potenza globale anche e soprattutto
00:23:13per tutelare
00:23:15quello che per loro è più sacro
00:23:17il loro territorio
00:23:19da un punto di vista naturalistico
00:23:21ci hai parlato prima di sciamani
00:23:23di stregoni che comunque
00:23:25coltivano ancora oggi
00:23:27quel legame quasi ancestrale
00:23:29tra la popolazione locale
00:23:31e appunto quei ghiacci
00:23:33che nascondono in realtà
00:23:35le radici profondissime di questa
00:23:37popolazione antichissima. Grazie Paolo
00:23:39Battaglia per averci raccontato
00:23:41questo spaccato
00:23:43di un tessuto sociale piccolo
00:23:45nei numeri ma appunto
00:23:47coloratissimo e soprattutto
00:23:49antichissimo quale quello degli Inuit
00:23:51e di tutta quella popolazione locale che vive
00:23:53in questa tanto raccontata ormai Greenlandia.
00:23:55Allora noi ci prendiamo
00:23:57una piccola pausa adesso e voltiamo
00:23:59totalmente pagina tra poco
00:24:01parleremo della Serbia, di tutte le proteste
00:24:03che fanno tremare il governo di Vucic
00:24:05tutto questo dopo la pubblicità.
00:24:25Ed eccoci carissimi passengers
00:24:27dopo essere stati in Greenlandia
00:24:29adesso torniamo nella cara vecchia
00:24:31Europa più precisamente nei Balcani
00:24:33una regione che abbiamo raccontato
00:24:35spesso qui a The Passenger
00:24:37una regione che però oggi
00:24:39è in fermento, fermento politico
00:24:41fermento di piazza anche perché
00:24:43le immagini che ci arrivano
00:24:45da Belgrado da ormai
00:24:47quasi quattro mesi a questa parte
00:24:49insomma parlano chiaro
00:24:51la folla è in rivolta
00:24:53più di centomila persone
00:24:55almeno centomila persone
00:24:57sono scese in piazza anche
00:24:59in questo weekend per protestare
00:25:01contro il governo di Vucic
00:25:03qualcosa sta cambiando
00:25:05in Serbia, qualcosa sta
00:25:07cambiando in tutta la regione
00:25:09balcanica e allora parliamo
00:25:11proprio di Belgrado, delle proteste
00:25:13che stanno infiammando le piazze di questa
00:25:15fantastica città e lo facciamo con
00:25:17Arber Agagliu che ritroviamo qui a The Passenger
00:25:19stasera. Buonasera Arber
00:25:21Buonasera Andrea
00:25:23Dunque Arber, ne abbiamo
00:25:25già parlato insieme di queste proteste
00:25:27proteste che effettivamente
00:25:29non cessano, anzi sono sempre
00:25:31più numerose
00:25:33sono sempre più colorate
00:25:35e soprattutto
00:25:37si iniziano a fare anche sempre più vehementi
00:25:39infatti ci sono state
00:25:41delle denunce da parte di alcuni
00:25:43manifestanti che dicono
00:25:45dicono di aver
00:25:47diciamo subito un trattamento
00:25:49non propriamente
00:25:51corretto da parte delle forze dell'ordine di Vucic
00:25:53ma andiamo con ordine, perché
00:25:55si protesta
00:25:57così vehementemente
00:25:59in maniera così vehemente a Belgrado
00:26:01e in Serbia?
00:26:03Allora proviamo a fare un po' il punto
00:26:05della situazione Andrea, allora
00:26:07sabato scorso a Belgrado
00:26:09oltre 300.000
00:26:11secondo gli organizzatori
00:26:13100.000 secondo le autorità
00:26:15persone hanno partecipato
00:26:17a quella che risulta essere una
00:26:19delle manifestazioni più grandi
00:26:21nella storia del paese
00:26:23nel mirino, inutile dirlo, c'era
00:26:25il presidente Aleksandar Vucic
00:26:27il quale viene criticato
00:26:29durante le proteste che ormai
00:26:31appunto, come diceva anche te, durano
00:26:33da oltre quattro mesi
00:26:35le manifestazioni erano iniziate
00:26:37dopo il crollo di una tettore nella stazione
00:26:39ferroviaria di Novi Sad
00:26:41una città circa 60 km da Belgrado
00:26:43lo scorso
00:26:45primo novembre
00:26:47crollo di
00:26:49questa tettoria che aveva causato
00:26:5115 morti
00:26:53da quel momento le proteste
00:26:55sono diventate sempre più
00:26:57estese e partecipate
00:26:59e avvengono praticamente
00:27:01ogni giorno in diverse città
00:27:03del paese
00:27:05quelle di sabato hanno
00:27:07acceso nuovamente riflettori
00:27:09sulla capitale Belgrado
00:27:11lo sciovinista Putin
00:27:13scusami, lo sciovinista
00:27:15Vucic da settimane
00:27:17afferma che le proteste
00:27:19siano istigate da forze occidentali
00:27:21però senza fornire
00:27:23ovviamente alcuna prova
00:27:25a supporto delle sue
00:27:27affermazioni, anzi
00:27:29così facendo rischia di mettere
00:27:31fino alla sua politica un piede in due scarpe
00:27:33il doppio gioco che fa ormai
00:27:35Dan, il governo
00:27:37di Vucic cercando di avere il sostegno
00:27:39sia della Russia
00:27:41che dell'Unione Europea
00:27:43che, non dimentichiamoci
00:27:45continua ad investire miliardi di euro
00:27:47in Serbia come in tutti
00:27:49i Balcani. Venerdì
00:27:51il governo
00:27:53aveva deciso di sospendere
00:27:55molti treni diretti a Belgrado
00:27:57ufficialmente per motivi di sicurezza
00:27:59ma sabato agli studenti
00:28:01che da mesi sono alla testa delle proteste
00:28:03si sono uniti migliaia
00:28:05di agricoltori serbi
00:28:07arrivati in città con i loro trattori
00:28:09ricordiamo infatti
00:28:11l'abbiamo ripetuto anche qua che in passato
00:28:13i giovani studenti serbi erano stati
00:28:15affiancati dai docenti universitari
00:28:17dagli avvocati e da altri professionisti
00:28:19questa volta invece dagli agricoltori
00:28:21il commento
00:28:23sulla manifestazione di sabato che più
00:28:25mi ha fatto riflettere Andrea
00:28:27è quello della giornalista
00:28:29Jovana
00:28:31Gligorjevic
00:28:33apparso sulla rivista Vreme
00:28:35Gligorjevic
00:28:37cominciava il suo editoriale
00:28:39con
00:28:41una frase
00:28:43che racconta
00:28:45bene la situazione in Serbia
00:28:47e diceva
00:28:49abbiamo permesso a noi stessi
00:28:51due dittatori in 30 anni
00:28:53questo è il problema principale
00:28:55per questo non c'è una soluzione rapida
00:28:57non c'è una soluzione rapida
00:28:59la politica che si fa
00:29:01nei Balcani e in Serbia in questo caso
00:29:03un po'
00:29:05la conosco
00:29:07vista la mia provenienza
00:29:09è una politica violenta e corrotta
00:29:11gli autocrati sono disposti a uccidere
00:29:13per il potere
00:29:15alcuni hanno ucciso per arrivare al potere
00:29:17alcuni hanno ucciso per rimanere
00:29:19al potere
00:29:21questa violenza politica tra l'altro
00:29:23si rispecchia anche nella storia
00:29:25politica della Serbia
00:29:27non scordiamoci che negli ultimi 100 anni
00:29:29in Serbia sono stati uccisi
00:29:31un re nel 1903
00:29:33un ex presidente
00:29:37Ivan Stambolic nel
00:29:39recente 2000
00:29:41e un primo ministro
00:29:43Zoran Dindic nel 2003
00:29:45con l'uccisione di Dindic posso affermare
00:29:47che è stato ucciso
00:29:49anche il sogno di una Serbia democratica
00:29:51Aleksandar Vucic
00:29:53l'attuale presidente
00:29:55nonché il nemico numero uno degli studenti
00:29:57oggigiorno
00:29:59è spietato
00:30:01contro i suoi stessi connazionali
00:30:03tutte le indicazioni suggeriscono che sabato
00:30:05il regime abbia usato
00:30:07un cannone acustico contro
00:30:09studenti, donne, uomini
00:30:11e pensionati che manifestavano
00:30:13abbiamo il video di questo
00:30:15se lo possiamo far vedere
00:30:17l'altro video si vede proprio esattamente
00:30:19il momento
00:30:21in cui viene utilizzato
00:30:23la folla si divide esattamente
00:30:25a metà
00:30:27e non si capiva il perché
00:30:29si tratta appunto di un
00:30:31cannone Andrea Acustico
00:30:33un prodotto americano acquistato in Israele
00:30:35secondo alcune dichiarazioni di
00:30:37un ex alto funzionario del
00:30:39ministero degli interni della Serbia
00:30:41che può causare danni irreparabili
00:30:43alla salute delle persone
00:30:45è vietato dall'ONU tra l'altro
00:30:47è vietato dall'ONU come arma
00:30:49esatto
00:30:51un sondaggio
00:30:53interno
00:30:55del governo
00:30:57pubblicato sul
00:30:59Financial Times
00:31:01mostra che
00:31:03quasi il 60% degli
00:31:05intervistati sostiene
00:31:07quindi serbi
00:31:09sostiene la
00:31:11causa studentesca
00:31:13mentre Vucic è
00:31:15diciamo così sostenuto soltanto dal
00:31:1730% dei serbi
00:31:19le strade di Belgrado e non solo
00:31:21perché in realtà le proteste si sono estese
00:31:23in varie città
00:31:25serbe e non solo perché abbiamo
00:31:27detto sempre qua
00:31:29The Passengers che le manifestazioni
00:31:31hanno toccato anche città per esempio
00:31:33del Montenegro
00:31:35le strade di Belgrado
00:31:37sono piene di giovani che gridano
00:31:39giustizia ma dall'altra parte c'è una figura
00:31:41politica figlia degli anni 90
00:31:43una figura politica figlia
00:31:45della peggior politica serba
00:31:47Vucic ha faticato
00:31:49a lungo per arrivare al potere non scordiamocelo
00:31:51negli anni 90
00:31:53Andrea era Vucic
00:31:55era un bebiteppista tra le file degli
00:31:57ultra della squadra di calcio
00:31:59Sverna Svesda
00:32:01la stella rossa
00:32:03la stella rossa esatto
00:32:05poi divenne reporter
00:32:07di una radio di propaganda con sede
00:32:09a Pale una piccola cittadina di 20.000
00:32:11abitanti a circa 20 km
00:32:13da Sarajevo, Pale che era
00:32:15il quartier generale
00:32:17dei più spietati criminali
00:32:19di guerra come Radovan Karadzic
00:32:21Ratko Mladic
00:32:23Kolievic
00:32:25eccetera eccetera
00:32:27non che questi sono possiamo definirli
00:32:29tranquillamente i boia
00:32:31dei Balcani degli anni 90
00:32:33poi Vucic è diventato un giovane
00:32:35radicale assistente di un certo
00:32:37Vojislav Seslej
00:32:39un'altra figura politica orrenda
00:32:41capo del nazionalismo serbo
00:32:43successivamente è stato un propagandista
00:32:45della grande Serbia
00:32:47con quelli che gridavano e dicevano
00:32:49che per ogni serbo ucciso
00:32:51uccideremo 100 musulmani
00:32:53e che in quel mese, era il luglio
00:32:55del 1995
00:32:57le forze serbe non uccisero 100 ma
00:32:59pensì 8000 uomini e ragazzi
00:33:01bosniaci a Srebrenica
00:33:03e poi divenne ministro
00:33:05dell'informazione, oppure della
00:33:07disinformazione vi verrebbe da dire
00:33:09del governo Milosevic, l'Hitler dei Balcani
00:33:11Aleksandr Vucic
00:33:13è il lupo che cambia
00:33:15il pelo ma non il vizio, è il politico
00:33:17che cerca di cancellare
00:33:19la sua politica con un colpo di spugna
00:33:21per riscriverla secondo
00:33:23gli interessi e questo devo dire
00:33:25che gli riesce bene, anzi
00:33:27in modo esemplare, un vero
00:33:29attore. Tra l'altro
00:33:31Albert ti interrompo un attimo
00:33:33perché noi abbiamo girato un reportage
00:33:35a Belgrado l'anno scorso e mi dicevano
00:33:37delle persone avverse a Vucic
00:33:39di a Belgrado
00:33:41che il legame dell'attuale
00:33:43presidente serbo con le frange
00:33:45più violente
00:33:47non solo della Stella Rossa
00:33:49del tifo della Stella Rossa ma anche del tifo
00:33:51del Partizan, che ricordiamo sono
00:33:53due polisportive quindi operano nel calcio
00:33:55ma anche nel basket e in altri sport
00:33:57sono fittissimi questi rapporti
00:33:59rapporti che poi in passato
00:34:01diciamo
00:34:03sono stati difficili da nascondere per
00:34:05Vucic proprio in occasione di
00:34:07quei due omicidi che
00:34:09citavi tu prima nei primissimi anni 2000
00:34:11dove furono coinvolti anche
00:34:13degli ultra della Stella Rossa
00:34:15e del Partizan, insomma
00:34:17un asse questo che sembra non essere mai
00:34:19cambiato in realtà da Milosevic a oggi
00:34:21anche perché conosciamo la triste storia
00:34:23della Stella Rossa e dei
00:34:25insomma della provenienza soprattutto
00:34:27delle tigri di Arcan, no?
00:34:29Le tigri di Arcan, esatto
00:34:31Andrea, ma infatti per
00:34:33raccontare come
00:34:35non si è cambiato niente
00:34:37infatti ho fatto questo parallelismo
00:34:39con il lupo che cambia il pelo
00:34:41ma non il vizio parlando proprio di Vucic
00:34:43perché sicuramente ti ricorderai
00:34:45quando andò da Angela Merkel
00:34:47e le disse che stava imparando
00:34:49il tedesco e che stava leggendo
00:34:51Max Weber e che gli piaceva
00:34:53l'etica protestante del lavoro
00:34:55e lo disse alla Merkel che era
00:34:57figlia di un pastore
00:34:59protestante tedesco e lei ovviamente
00:35:01ne fu entusiasta
00:35:03è lo stesso Vucic che
00:35:05ti ricorderai quando nel
00:35:072016 partecipò ad un panel
00:35:09con Bill Clinton organizzato dalla
00:35:11Clinton Foundation e cercò
00:35:13di balbettare
00:35:15tra i denti di dire qualcosa
00:35:17contro i crimini di guerra a Srebrenica
00:35:19i partecipanti in sale non solo
00:35:21ci cascarono in pieno ed
00:35:23applaudirono ed è lo stesso Vucic
00:35:25guarda anche nel tempo
00:35:27come le cose si ripetono è lo stesso Vucic
00:35:29premio Oscar come miglior attore
00:35:31mi verrebbe da dire che
00:35:33proprio in questi giorni spiegava
00:35:35al figlio di Donald Trump in
00:35:37visita a Belgrado l'errore
00:35:39secondo lui commesso dall'allora
00:35:41presidente Bill Clinton
00:35:43bombardando la Serbia
00:35:45nel marzo del
00:35:4799 lo spiegava ad un elevato
00:35:49esperto di politica dei Balcani
00:35:51Trump Junior che prendendo esempio dal padre
00:35:53gli rispose che
00:35:55gli USA avevano attaccato la Serbia solo
00:35:57perché Bill Clinton aveva dimenticato
00:35:59la cerniera dei pantaloni aperta
00:36:01alludendo ovviamente allo scandalo
00:36:03da Lewinsky
00:36:05ovviamente anche in quest'ultimo incontro
00:36:07con Trump Junior
00:36:09sono state ignorate
00:36:11diciamo le questioni sui diritti umani
00:36:13è stato ignorato
00:36:15sono state ignorate quasi un milione
00:36:17di persone perseguitate
00:36:19sono state ignorate
00:36:21oltre 10.000
00:36:23civili uccisi
00:36:25sono state ignorate le migliaia di donne
00:36:27stuprate e violentate
00:36:29ignorate i 10 anni di apartheid
00:36:31nel cuore dell'Europa
00:36:33un periodo buio della storia serba dove
00:36:35Vucic è stato protagonista
00:36:37e aggiungerei
00:36:39e aggiungerei anzi per concludere
00:36:41tra l'altro che Trump Junior proprio
00:36:43lo scorso anno ha acquistato
00:36:45i palazzi quelli che erano della TV
00:36:47di Milosevic che sono al centro
00:36:49di Belgrado lasciati volutamente
00:36:51bombardati per ricordare il bombardamento
00:36:53della Nato e che diventeranno a breve
00:36:55dei centri commerciali proprio di
00:36:57proprietà di Trump Junior
00:36:59e ti concludo Andrea
00:37:01ti concludo proprio arrivando a questo
00:37:03mi hai anticipato
00:37:05probabilmente Vucic
00:37:07resterà ancora al potere
00:37:09secondo me per poco perché
00:37:11oltre ad essere un abile attore ormai
00:37:13è diventato anche un uomo
00:37:15d'affari con Mosca
00:37:17con Washington, con Berlino
00:37:19e con Parigi ma la sua fine
00:37:21è iniziata il primo novembre del 2024
00:37:23il giorno come abbiamo cominciato
00:37:25questo racconto in cui
00:37:27il crollo del tetto della stazione
00:37:29di Novi Sad portò via
00:37:31con sé 11 vite innocenti
00:37:33quel giorno è crollato anche il trono
00:37:35di Vucic, chiudo citando
00:37:37un altro editorialista
00:37:39sempre della rivista Vreme
00:37:41il giornalista Philippe Schwarm
00:37:43che proprio in questi giorni
00:37:45scriveva che semplicemente
00:37:47l'attuale struttura del
00:37:49potere in Serbia è distrutta
00:37:51la Serbia non ha un governo mentre il Parlamento
00:37:53e la maggior parte dei consigli comunali
00:37:55sono diventati inutili
00:37:57l'istruzione è distrutta, le università
00:37:59sono in aperta ribellione
00:38:01mentre i servizi pubblici compresa la polizia
00:38:03e l'esercito funzionano per inerzia
00:38:05le proteste a Belgrado
00:38:07sono sempre più numerose
00:38:09assolutamente
00:38:11purtroppo il tempo è tiranno
00:38:13magari ci torneremo su questo argomento
00:38:15perché ovviamente ci siamo accorti
00:38:17che si aprono tantissime parentesi
00:38:19molto interessante come ogni volta
00:38:21che si parla di Balcani
00:38:23grazie Alberagaglio per essere stato con noi
00:38:25buona serata, buon lavoro
00:38:27ci rivediamo magari martedì prossimo per parlare dello stesso argomento
00:38:29ci prendiamo una piccola pausa
00:38:31abbiamo parlato appunto di Trump
00:38:33e tra poco non possiamo
00:38:35non parlare delle
00:38:37sue ultimissime
00:38:39novità che arrivano dagli Stati Uniti d'America
00:38:41e anche di USAID
00:38:43non abbiamo mai parlato qui a The Passenger, forse, a tra poco
00:38:53Sottotitoli e revisione a cura di QTSS
00:39:23sono passate un po' in sordina
00:39:25nella nostra cronaca, parliamo ad esempio
00:39:27della sua volontà di smantellare
00:39:29totalmente l'USAID
00:39:31che cos'è l'USAID? Una sigla che
00:39:33effettivamente prima di questi giorni
00:39:35non si era quasi mai sentita
00:39:37in Italia e che
00:39:39qualche volta abbiamo citato qui
00:39:41a The Passenger
00:39:43sempre con Marco Papacci
00:39:45dell'Associazione Nazionale di Amicizia Italia Cuba
00:39:47che spesso qui
00:39:49ai nostri microfoni di fronte alle nostre telecamere
00:39:51ha denunciato
00:39:53quello che l'USAID faceva
00:39:55verso alcuni
00:39:57paesi, soprattutto dell'America Latina
00:39:59ce lo abbiamo questa sera Marco Papacci che torna
00:40:01qui a The Passenger, buonasera Marco
00:40:03Buonasera
00:40:05Andrea, buonasera a tutti gli ascoltatori
00:40:07e spettatori di Radio Roma
00:40:09e di The Passenger
00:40:11grazie per l'invito
00:40:13grazie a te per essere qui ancora una volta
00:40:15allora, spesso lo hai citato
00:40:17qui da noi, l'USAID
00:40:19andiamo con ordine
00:40:21che cos'è l'USAID
00:40:23o meglio, cos'era visto che
00:40:25Trump la sta smantellando
00:40:27allora, innanzitutto
00:40:29permettimi di sorridere
00:40:31perché
00:40:33grazie al vostro spazio
00:40:35già in passato sono riuscito
00:40:37a denunciare il volto
00:40:39nascosto dell'USAID, adesso
00:40:41l'amministrazione Trump nella sua disputa
00:40:43con il
00:40:45passato ha svelato un segreto
00:40:47che è durato decenni
00:40:49ma che era senza dubbio un pilastro della politica
00:40:51estera
00:40:53statunitense
00:40:55fin dai primi anni della guerra fredda
00:40:57che è l'agenzia statunitense per lo sviluppo
00:40:59internazionale, acronimo
00:41:01USAID
00:41:03l'USAID era un'agenzia che
00:41:05con lo strumento dell'aiuto
00:41:07umanitario ha creato
00:41:09nel 61
00:41:11il presidente Kennedy e fu concepita
00:41:13per intervenire
00:41:15in diversi paesi dell'America Latina
00:41:17ma non solo, poi andremo a vedere
00:41:19come è anche intervenuta
00:41:21nella tanta occitata
00:41:23Ucraina di questi ultimi anni
00:41:25e
00:41:27l'USAID praticamente si unì
00:41:29alla politica
00:41:31dell'alleanza del progresso
00:41:33degli anni 60-70
00:41:35e
00:41:37in America Latina per cercare di
00:41:39controllare
00:41:41l'esperimento cubano
00:41:43chiaramente ci hanno provato
00:41:45e non ci sono riusciti
00:41:47mentre l'USAID
00:41:49con la scusa
00:41:51dell'aiuto umanitario
00:41:53era il braccio
00:41:55diciamo così
00:41:57umanitario
00:41:59della CIA in
00:42:01America Latina
00:42:03il cui governo degli Stati Uniti
00:42:05rimpinguava
00:42:07con milioni e milioni di dollari
00:42:09grazie all'USAID
00:42:11e
00:42:13grazie all'influenza
00:42:15e al pompaggio
00:42:17di migliaia e migliaia
00:42:19di dollari
00:42:21che l'opposizione
00:42:23e il regime
00:42:25il futuro regime di Pinochet
00:42:27riuscirono a finanziare
00:42:29il colpo di Stato
00:42:31di Salvatore Allende
00:42:33e
00:42:35chiaramente l'USAID
00:42:37fino adesso
00:42:39ha fatto un grande
00:42:41lavoro in
00:42:43America Latina
00:42:45ma guarda caso
00:42:47all'improvviso si scopre
00:42:49che l'USAID
00:42:51ha lavorato moltissimo
00:42:53anche in Europa dell'Est
00:42:55in particolar modo
00:42:57negli ultimi anni ma anche in questi ultimi giorni
00:42:59è successo
00:43:01in Romania
00:43:03dove
00:43:05ci sono state delle proteste
00:43:07è successo in Georgia
00:43:09ma in particolar modo è successo
00:43:11nel
00:43:13nel periodo
00:43:15delle rivoluzioni
00:43:17colorate, vi ricorderete sicuramente
00:43:19Euromaidan
00:43:21in
00:43:23in Ucraina
00:43:25lo stesso dipartimento di Stato
00:43:27ammette oggi che l'USAID
00:43:29si è allontanata
00:43:31la sua missione
00:43:33tra virgolette di promuovere
00:43:35gli interessi degli Stati Uniti
00:43:37all'estero
00:43:39vi voglio citare
00:43:41alcuni dati
00:43:43secondo una nota informativa dell'USAID
00:43:45che ora è stato rimosso
00:43:47da internet, nel
00:43:492026 l'agenzia ha finanziato
00:43:51la formazione e il supporto di
00:43:536200 giornalisti
00:43:55ha assistito 707
00:43:57organi di informazione non statali
00:43:59ha supportato
00:44:01279 organizzazioni
00:44:03la società civile è impegnata
00:44:05a rafforzare il giornalismo indipendente
00:44:07nel
00:44:092025 il bilancio degli Stati
00:44:11esteri includeva
00:44:13268 milioni e 376
00:44:15mila dollari stanziati
00:44:17dal governo
00:44:19per sostenere i media indipendenti
00:44:21e il libro flusso di informazioni
00:44:23non so se
00:44:25tu lo sapevi ma sicuramente si perché voi
00:44:27siete molto molto aggiornati, mi piace
00:44:29tantissimo la vostra
00:44:31trasmissione che il 90%
00:44:33dei media in Ucraina dipende
00:44:35finanziariamente dall'USAID
00:44:37questo facciamo da soli
00:44:39stiamo parlando di cifre
00:44:41veramente incredibili, di percentuali
00:44:43quasi bulgare
00:44:45Marco vorrei porre l'accento
00:44:47su due temi, uno perché
00:44:49ne abbiamo parlato tantissimo
00:44:51nelle ultime settimane con le nostre telecamere
00:44:53siamo stati a Bucharest
00:44:55proprio per
00:44:57cercare di comprendere l'umore
00:44:59della piazza di Bucharest
00:45:01di piazza universitata è lì da dove è partita poi tutta la protesta
00:45:03l'USAID che c'entra
00:45:05con quelle proteste perché appunto
00:45:07essendo stati lì
00:45:09sarebbe interessante capire
00:45:11qual è il ruolo non solo dell'USAID ma a questo punto
00:45:13degli Stati Uniti in quelle proteste
00:45:15e numero due mi verrebbe da chiederti
00:45:17perché Trump però sta smantellando
00:45:19uno strumento che per gli Stati Uniti
00:45:21comunque è stato utile
00:45:23cinicamente parlando
00:45:25cinicamente parlando
00:45:27bravo, hai usato
00:45:29un termine giusto
00:45:31cinicamente parlando
00:45:33perché
00:45:35comunque sia
00:45:37il costo è enorme, avete sentito
00:45:39le cifre, queste cifre le trovate
00:45:41in rete, non è che
00:45:43me le sto inventando
00:45:45le stesse
00:45:47la stessa USAID
00:45:49poi chiaramente hanno cominciato a cancellare
00:45:51a cancellare tutto
00:45:53guarda, ti confesso
00:45:55in Romania
00:45:57non conosco bene
00:45:59quanto sta accadendo, probabilmente
00:46:01siete più aggiornati voi rispetto
00:46:03al sottoscritto che segue
00:46:05quello che accade
00:46:07di più in America
00:46:09Latina e a Cuba
00:46:11e perché
00:46:13perché Trump
00:46:15sta cercando di mobilitare
00:46:17l'USAID? Probabilmente perché i costi
00:46:19sono eccessivi
00:46:21tanto lui con la sua pazzia
00:46:23mi permetto di usare questo termine
00:46:25riesce a fare
00:46:27quello che vuole
00:46:29con l'USAID o senza l'USAID
00:46:31basta pensare al gioco
00:46:33dei dazzi
00:46:35minaccia un paese
00:46:37e la maggior parte dei paesi poi sono
00:46:39obbligati o costretti
00:46:41a fare dei passi indietro
00:46:43tranne alcuni paesi
00:46:45tra l'altro
00:46:47mi verrebbe da dire, no, l'USAID
00:46:49in questi anni magari ha operato
00:46:51spesso
00:46:53diciamo sotto banco
00:46:55sotto copertura
00:46:57per la CIA
00:46:59e lo ha fatto anche un po' per salvare la faccia
00:47:01del governo. Oggi il governo
00:47:03americano, quello guidato da Donald Trump
00:47:05non ha assolutamente voglia di salvare
00:47:07la faccia, lo abbiamo visto con alcune
00:47:09esternazioni talvolta
00:47:11folli come ad esempio quelle sulla Gorenlandia
00:47:13visto che siamo partiti in questa puntata
00:47:15parlando appunto di Gorenlandia
00:47:17ma io volevo farvi
00:47:19un esempio
00:47:21tu sai che sono specialista sul tema
00:47:23di Cuba
00:47:25non so se voi sapete
00:47:27ma la maggior parte
00:47:29dei media
00:47:31informati
00:47:33che si
00:47:35dilettano
00:47:37a disinformare contro Cuba
00:47:39te ne posso citare
00:47:41tantissimi
00:47:43sono finanziati dall'USAID
00:47:45ti posso fare degli esempi
00:47:47La Net, Cuba in Miami
00:47:49Il Toke
00:47:51Martino Tizia, Periodico Cubano
00:47:53e mi assumo la responsabilità
00:47:55di quello che dico
00:47:57anche quei 4 o 5
00:47:59soggetti che vivono qua in Italia
00:48:01e che si
00:48:03dichiarano dissidenti
00:48:05del governo cubano
00:48:07hanno partecipato a delle manifestazioni
00:48:09finché sono arrivati
00:48:11le monetine
00:48:13le monetine
00:48:15dall'USAID e da Miami
00:48:17oggi voglio vedere come si comportano
00:48:19questi personaggi
00:48:21visto che questi soldi
00:48:23non arrivano più
00:48:25ma quello che sto dicendo
00:48:27è tutto facilmente
00:48:29dimostrabile
00:48:31la realtà ci mostra che
00:48:33l'USAID era
00:48:35in realtà una parte essenziale
00:48:37della politica estera
00:48:39degli Stati Uniti che si presentava
00:48:41come benefica
00:48:43ma che in realtà
00:48:45operava come
00:48:47veicolo di intervento e di ingerenza
00:48:49oggi Trump ha rimosso
00:48:51questo velo
00:48:53ma forse è solo il segno di un potere
00:48:55che si sta secondo me riorganizzando
00:48:57e assumendo
00:48:59dei volti diversi con un unico scopo
00:49:01salvaguardare gli interessi potenti
00:49:03di chi si nasconde
00:49:05dietro lo scudo di una presunta difesa
00:49:07della libertà
00:49:09e della democrazia
00:49:11c'era una cosa che volevo
00:49:13informarti
00:49:15perché sai che io vado sempre
00:49:17a cercare
00:49:19delle notizie che poche persone
00:49:21danno
00:49:23vi ricordate
00:49:25Alan Gross
00:49:27Alan Gross era
00:49:29un cittadino
00:49:31statunitense di origine
00:49:33ebraica
00:49:35che operava
00:49:37a Cuba
00:49:39ed era un uomo pagato dall'USAID
00:49:41fu arrestato
00:49:43dal governo cubano
00:49:45lui ammise
00:49:47di essere
00:49:49un agente
00:49:51dell'USAID e della CIA
00:49:53fu smascherato
00:49:55da una persona che voi avete intervistato
00:49:57a Caracas che era Raul Capote
00:50:03e fu rimandato
00:50:05a Cuba durante lo scambio
00:50:07dei prigionieri
00:50:09tra i 5 famosi cubani
00:50:11che vi ricordate
00:50:13durante la presidenza Obama
00:50:15quindi non è che stiamo
00:50:17inventando cose
00:50:19o raccontando fandoni
00:50:21basta cercarle
00:50:23certo assolutamente
00:50:25stiamo parlando di storia
00:50:27una storia che comunque si sta evolvendo
00:50:29sta andando avanti
00:50:31e che probabilmente
00:50:33con questo cambiamento
00:50:35la politica estera
00:50:37statunitense o almeno la politica
00:50:39di spionaggio statunitense mi verrebbe
00:50:41da dire Marco
00:50:43guarda ti dirò
00:50:45se andate
00:50:47a cercare le notizie
00:50:49particolari
00:50:51sulla rete qualche giorno fa
00:50:53è stato arrestato
00:50:55un cittadino
00:50:57cubano
00:50:59che già da diversi
00:51:01mesi aveva chiesto di risiedere
00:51:03negli Stati Uniti
00:51:05e si è scoperto
00:51:07essere
00:51:09un agente
00:51:11del contro spionaggio
00:51:13cubano
00:51:15ora questa notizia è passata
00:51:19in silenzio
00:51:21io le trovo
00:51:23le cerco, mi interessa sapere
00:51:25cosa sta succedendo
00:51:27io mi auguro solamente
00:51:29e lo dico con tutto il cuore
00:51:31vista la situazione difficile
00:51:33che c'è
00:51:35nell'isola
00:51:37che tra le varie telefonate
00:51:39tra i vari accordi
00:51:41tra le varie
00:51:43discussioni
00:51:45del presidente Putin
00:51:47e
00:51:49Trump
00:51:51rientri anche l'idea
00:51:53di lasciare in pace questa benedetta
00:51:55isola che da oltre 60 anni
00:51:57è sottoposta da un criminale blocco
00:51:59assolutamente, allora
00:52:01grazie a Marco Papacci per essere stato qui con noi stasera
00:52:03speriamo di riaverti qui a The Passenger
00:52:05grazie a voi
00:52:07buona serata, grazie
00:52:09ci prendiamo una piccola pausa poi tra poco
00:52:11ce ne voliamo in Medio Oriente
00:52:29e rieccoci carissimi Passengers
00:52:31abbiamo parlato del
00:52:33cambio di passo della politica
00:52:35statunitense, politica estera
00:52:37statunitense in alcuni scenari
00:52:39di guerra e non solo
00:52:41bene, è arrivato il momento adesso
00:52:43di dare degli aggiornamenti
00:52:45sullo scenario più caldo
00:52:47quello che riguarda il Medio Oriente
00:52:49e ne parliamo ovviamente
00:52:51con il nostro Marco Martino
00:52:53Marco, senti, io partirei dallo Yemen
00:52:55perché insomma sono giornalista
00:52:57giorni particolari in quella regione
00:52:59sì, l'America
00:53:01e la Gran Bretagna hanno bombardato
00:53:03più volte il territorio dello Yemen
00:53:05ricordiamo che in Yemen
00:53:07c'è una guerra civile che va avanti
00:53:09dal 2014, quindi lo Yemen
00:53:11è diviso
00:53:13tra due fazioni
00:53:15non si riesce ancora a trovare una soluzione
00:53:17a questa guerra civile che ha portato
00:53:19veramente ad una crisi umanitaria senza precedenti
00:53:21milioni di profughi, centinaia
00:53:23di migliaia di morti
00:53:25e in questo teatro
00:53:27ovviamente si fronteggiano da una parte
00:53:29l'Iran che sostiene gli Uti
00:53:31i ribelli Uti, cioè proprio quelli che sono
00:53:33stati attaccati dagli
00:53:35Stati Uniti e dalla Gran Bretagna
00:53:37e dall'altra c'è
00:53:39il governo sostenuto
00:53:41dai Sauditi
00:53:43e ovviamente anche dall'Occidente
00:53:45l'attacco
00:53:47che hanno condotto
00:53:49gli alleati occidentali
00:53:51ovviamente è un chiaro messaggio anche
00:53:53a Teheran
00:53:55quindi anche ovviamente
00:53:57a tutte le milizie
00:53:59legate all'asse
00:54:01della resistenza sciita
00:54:03poiché nei giorni scorsi appunto c'era
00:54:05stata tutta la questione
00:54:07dell'accordo sul nucleare
00:54:09proposto da Trump, quindi c'era stata
00:54:11una lettera proprio inviata
00:54:13a quanto pare proprio dal Presidente
00:54:15degli Stati Uniti
00:54:17a Teheran e questa lettera a quanto pare
00:54:19è stata rispedita al mittente
00:54:21perché appunto non soddisfaceva
00:54:25le esigenze
00:54:27del governo
00:54:29iraniano
00:54:31staremo a vedere quello che
00:54:33succederà nelle prossime ore, si rischia
00:54:35veramente un escalation terribile, gli Uti
00:54:37hanno risposto
00:54:39in maniera
00:54:41demente, hanno lanciato
00:54:43un attacco contro Israele
00:54:45proprio nelle ultime ore, attacco
00:54:47che pare però essere stato bloccato
00:54:49dalla difesa aerea
00:54:51saudita.
00:54:53Assolutamente, poi ovviamente non solo
00:54:55Yemen, perché si
00:54:57continua a parlare di Gaza
00:54:59tu hai titolato
00:55:01l'inferno secondo Trump
00:55:03l'inferno secondo Trump
00:55:05insomma si
00:55:07ripropone non solo in Yemen ma anche
00:55:09appunto in uno scenario quale quello di Gaza
00:55:11che in questi giorni forse
00:55:13viene raccontato un po' di meno che
00:55:15però ancora sta attendendo
00:55:17notizie sul suo futuro
00:55:19perché insomma è tutto meno che roseo.
00:55:21Assolutamente, soprattutto
00:55:23nelle ultime ore
00:55:25è ricominciata la guerra a Gaza
00:55:27Israele ha rotto il cessa
00:55:29del fuoco e ha attaccato di nuovo
00:55:31la striscia. È stata
00:55:33una delle notti più sanguinose
00:55:35dal 7 ottobre
00:55:37sono morte centinaia di persone
00:55:39pensate addirittura 500, più di 500
00:55:41non si riescono neanche
00:55:43a contare. Secondo un rapporto Unicef
00:55:45purtroppo
00:55:47sono stati uccisi 130 bambini
00:55:49quindi la maggior parte
00:55:51delle persone che sono state uccise
00:55:53durante i raid
00:55:55di Tel Aviv
00:55:57sono civili
00:55:59senza dubbio. Gaza è
00:56:01completamente distrutta ormai
00:56:03non è stata distrutta questa notte ma è stata distrutta
00:56:05da un anno e mezzo di assedio
00:56:07e di guerra. In questo caso
00:56:09gli obiettivi
00:56:11di Tel Aviv erano
00:56:13i principali esponenti
00:56:15del governo della striscia
00:56:17poiché Israele
00:56:19sta forzando la mano
00:56:21per ottenere il rilascio di tutti gli ostaggi
00:56:23e
00:56:25per chiudere definitivamente
00:56:27la partita. Israele
00:56:29ha un piano diverso rispetto
00:56:31a quello degli stati
00:56:33arabi per quanto riguarda
00:56:35il dopo
00:56:37guerra di Gaza
00:56:39il sogno di Israele
00:56:41ovviamente è quello di mettere le mani
00:56:43sul territorio della striscia
00:56:45ne abbiamo già parlato
00:56:47nelle scorse puntate
00:56:49è quello di costruire
00:56:51di fatto una
00:56:53colonia, un resort di lusso
00:56:55e chiudere definitivamente
00:56:57il capitolo gazzawi
00:56:59il capitolo palestinese
00:57:01della striscia di Gaza
00:57:03è un problema però perché comunque
00:57:05lì nonostante
00:57:07le decine di migliaia se non centinaia di migliaia
00:57:09di morti restano ancora
00:57:11i palestinesi
00:57:13e dove andranno questi palestinesi?
00:57:15Trump sta cercando di
00:57:17buttarli un pochino ovunque
00:57:19ha chiesto addirittura a alcuni stati
00:57:21africani di prenderseli
00:57:23ma è una soluzione folle
00:57:25e ovviamente
00:57:27cioè
00:57:29che è poco più di qualche sparata
00:57:31per l'opinione pubblica perché ovviamente
00:57:33non c'è nessuno stato che è disposto
00:57:35in questo momento ad accogliere più di un milione e mezzo
00:57:37di persone. Si parlerebbe di vere e proprie
00:57:39deportazioni perché parliamo di un milione
00:57:41di gazzawi che dovrebbero essere
00:57:43spostati. Una follia
00:57:45ingiustificabile. Una follia anche perché
00:57:47è stato chiesto inizialmente ad Egitto
00:57:49e a Giordania, i due paesi vicini
00:57:51a Gaza
00:57:53insomma di accoglierli
00:57:55pena secondo Trump il taglio
00:57:57degli aiuti economici poi detto bene
00:57:59ricordato appunto altri stati africani
00:58:01sono stati coinvolti da Donald Trump in questo
00:58:03però ovviamente ha sempre ricevuto
00:58:05un due di picche il presidente
00:58:07statunitense perché potrebbe essere destabilizzante
00:58:09sicuramente da un punto di vista
00:58:11anche sociale. Da qua non si parla di politica
00:58:13qua si parla di
00:58:15di crimini contro l'umanità
00:58:17assolutamente. Si deportano i civili
00:58:19è un crimine contro l'umanità senza dubbio
00:58:21assolutamente si. Trump oggi
00:58:23ha telefonato a Putin
00:58:25circa due ore
00:58:27tre ore di telefonata
00:58:29ovviamente non si è parlato soltanto
00:58:31di Ucraina come molti
00:58:33vogliono far credere si è parlato di vari
00:58:35scenari caldissimi in giro per
00:58:37il mondo tra cui appunto anche il
00:58:39il Medio Oriente
00:58:41sono già uscite delle indiscrezioni su
00:58:43quanto si sono detti il presidente
00:58:45statunitense e l'omologo russo?
00:58:47Beh non sono uscite proprio delle indiscrezioni
00:58:49è uscita addirittura una nota della Casa Bianca
00:58:51ed è molto interessante questa
00:58:53nota perché cito testualmente
00:58:55Trump e Putin
00:58:57ovviamente hanno
00:58:59affrontato la necessità
00:59:01di fermare la proliferazione di armi
00:59:03strategiche e qui ovviamente ci si
00:59:05riferisce alle armi
00:59:07nucleari e si impegneranno
00:59:09con altri attori affinché questa misura
00:59:11venga applicata il più ampiamente
00:59:13possibile. I due leader
00:59:15hanno condiviso la visione secondo cui
00:59:17l'Iran non dovrebbe mai trovarsi
00:59:19nella posizione di distruggere Israele
00:59:21questa non è una indiscrezione appunto
00:59:23è una nota ufficiale della Casa Bianca
00:59:25e qui possiamo
00:59:27intuire due cose
00:59:29innanzitutto ormai è il
00:59:31rapporto e il dialogo
00:59:33tra Stati Uniti e Russia
00:59:35che hanno ricominciato
00:59:37a parlarsi e interfacciarsi
00:59:39su temi strategici
00:59:41e di scala mondiale
00:59:43e poi
00:59:45l'altro è il ruolo della Russia
00:59:47perché la Russia
00:59:49da un lato
00:59:51nei mesi scorsi ha
00:59:53rafforzato i suoi legami con l'Iran
00:59:55soprattutto nel campo della cooperazione
00:59:57della cooperazione militare
00:59:59e l'Iran
01:00:01peraltro nelle ultime settimane
01:00:03ha anche stretto un patto
01:00:05con la Bielorussia
01:00:07che è un alleato
01:00:09se non proprio un sottoposto
01:00:11della Russia
01:00:13dall'altro però
01:00:15sembra quasi che la Russia in questo momento
01:00:17stia
01:00:19cercando di mettere un freno
01:00:21o comunque controbilanciare
01:00:23l'Iran
01:00:25rimane sicuramente
01:00:27un alleato
01:00:29perché i due paesi
01:00:31collaborano e cooperano
01:00:33su tanti fronti
01:00:35specialmente quello militare
01:00:37ma per affinità di idee barra affinità geopolitica
01:00:39oppure in realtà perché il nemico del mio nemico
01:00:41alla fine è mio amico
01:00:43questa è una domanda a cui è difficile
01:00:45rispondere
01:00:47io credo
01:00:49personalmente che
01:00:51tra Russia
01:00:53ed Iran
01:00:55non ci sia una grandissima affinità
01:00:57a lungo termine
01:00:59quindi è sicuramente
01:01:01difficile dirlo
01:01:03anche alla luce
01:01:05di quello che sta succedendo
01:01:07e vediamo anche la velocità con il quale tutto questo
01:01:09sta accadendo
01:01:11però
01:01:13credo che in questo caso
01:01:15sia più calzante la seconda ipotesi
01:01:17quindi diciamo
01:01:19è più una questione legata alla convenienza
01:01:21del momento piuttosto che ad un piano
01:01:23comune per
01:01:25un futuro magari di più ampie
01:01:27vedute a questo punto
01:01:29questo potrebbe essere un problema
01:01:31in futuro soprattutto da un punto di vista
01:01:33regionale
01:01:35anche perché dobbiamo considerare che la Russia
01:01:37è intrattenuta in relazioni privilegiate con Israele
01:01:39che è il nemico storico per eccellenza dell'Iran
01:01:41se non sbaglio è il secondo importatore
01:01:43di armi da Israele
01:01:45al di là di questo
01:01:47la Russia comunque
01:01:49all'interno ha una fortissima
01:01:51componente
01:01:53di cittadini israeliani
01:01:55di cittadini con doppio passaporto
01:01:57Israele è piena di russi
01:01:59Israele è piena di russi
01:02:01dal punto di vista economico
01:02:03Israele è legata a doppio filare a Russia
01:02:05quindi anche durante
01:02:07la guerra civile in Siria
01:02:09Russia ed Israele
01:02:11sono coordinate sempre
01:02:13durante i raid
01:02:15anche i raid che hanno preso di mira
01:02:17quando Damasco era
01:02:19alleata della Russia
01:02:21quindi Russia ed Israele
01:02:23collaborano
01:02:25sono vicine
01:02:27e non è una novità
01:02:29sono sempre state
01:02:31e quindi
01:02:33da una parte
01:02:35c'è l'alleato del momento
01:02:37l'Iran
01:02:39dall'altra c'è l'alleato quasi di sempre
01:02:41storico
01:02:43Hai citato la Siria
01:02:45Oggi il ministro degli esteri
01:02:47del nuovo governo siriano
01:02:49Al Shibani
01:02:51è stato ospite a Roma dal suo omologo
01:02:53italiano cioè Tajani
01:02:55un incontro che
01:02:57sicuramente
01:02:59sarà importante
01:03:01magari cercare di analizzare
01:03:03nei prossimi giorni ma che ha già fatto
01:03:05discutere in generale
01:03:09Al Shibani è un esponente
01:03:11è il ministro degli esteri quindi è un esponente
01:03:13del nuovo governo
01:03:15di Damasco
01:03:17che ha preso il potere dopo l'8 dicembre
01:03:19quindi con il rovesciamento
01:03:21di Bashar al Assad
01:03:23Al Shibani
01:03:25è stato uno dei fondatori del fronte
01:03:27al Nusra cioè al Qaeda in Siria
01:03:31ci sono stati già dei siriani
01:03:33qui che hanno protestato
01:03:35contro questo invito
01:03:37pare assurdo che da un momento
01:03:39all'altro quelli che erano dei terroristi
01:03:41diventino
01:03:43delle persone con le quali interloquire
01:03:45lo stesso
01:03:47Giolani abbiamo detto mille volte
01:03:49ha una taglia sulla sua testa
01:03:51di 10 milioni di dollari
01:03:53e poi da un momento all'altro
01:03:55questa taglia è scomparsa
01:03:57adesso
01:03:59l'Europa sta cercando
01:04:01di instaurare
01:04:03o meglio non è che sta cercando, già ce le ha
01:04:05delle relazioni privilegiate
01:04:07con la Siria e l'Italia
01:04:09è in prima fila
01:04:11già prima della caduta di Assad
01:04:13l'Italia stava cercando
01:04:15di
01:04:17in qualche modo riammettere
01:04:19Assad nella comunità internazionale
01:04:21e di dialogare con Damasco
01:04:23sta continuando
01:04:25ma dobbiamo considerare che c'è un altro
01:04:27governo in questo momento
01:04:29la situazione è completamente
01:04:31differente e pregherei la realeggia
01:04:33di mostrare il video
01:04:35di Damasco
01:04:37nelle ultime ore
01:04:39perché
01:04:41con Assad avevamo
01:04:43possiamo dire tutto quello che ci pare
01:04:45ma avevamo una tutela delle minoranze
01:04:47nell'ultima settimana sono state sterminate
01:04:49decine di migliaia di persone
01:04:51questo è il video di Damasco
01:04:53nelle ultime ore
01:04:55dove delle persone affiliate al gruppo
01:04:57Tahrir al-Sham hanno assediato
01:04:59il patriarcato dei Greci cercando di convertire
01:05:01all'Islam in arabo
01:05:03sentite le grida di questi
01:05:05miliziani che cercano di convertire
01:05:07all'Islam i cristiani
01:05:09di Damasco e questi sono i personaggi con cui
01:05:11l'Europa dialoga e addirittura
01:05:13hanno stanziato 2,5 biliardi
01:05:15di euro per la
01:05:17rinascita della nuova Siria
01:05:19o quantomeno di quella che loro
01:05:21intendono come nuova Siria, se questa è la nuova Siria
01:05:23insomma si dobbiamo farci due domande in più
01:05:25allora ci prendiamo una piccola
01:05:27pausa poi abbiamo introdotto il tema
01:05:29del nostro ultimo blocco
01:05:31insieme cioè la telefonata tra
01:05:33Putin e Trump
01:05:35lo analizzeremo da un punto di vista
01:05:37ucraino, tra pochissimo
01:05:59ed eccoci carissimi passengers
01:06:01ultimissimi scampoli della nostra
01:06:03puntata che utilizziamo per
01:06:05approfondire
01:06:07quella telefonata che è avvenuta oggi
01:06:09tra Donald Trump e Vladimir
01:06:11Putin, lo facciamo con Alessandro Fornaciari
01:06:13di World Wide News che ritroviamo qui stasera
01:06:15The Passenger, buonasera Ale. Buonasera
01:06:17Andrea, buonasera a tutti, un piacere. Dunque
01:06:19abbiamo parlato di questa telefonata
01:06:21facendo riferimento al
01:06:23Medio Oriente, io vorrei approfondire con te
01:06:25invece l'altro teatro
01:06:27caldissimo, quello ucraino
01:06:29insomma tre ore di telefonata, ne avranno
01:06:31parlato ampiamente i due presidenti
01:06:33beh direi anche Andrea che
01:06:35era ora, finalmente dopo
01:06:37mesi di propaganda durante la campagna
01:06:39elettorale di Trump appunto per
01:06:41cercare di risolvere il conflitto
01:06:43ucraino con
01:06:45Vladimir Putin, si è arrivati ad una
01:06:47prima mossa, un primo
01:06:49passo, perché poi in realtà soltanto di
01:06:51questo si tratta, questa chiamata
01:06:53che di certo scongela
01:06:55quelli che erano i rapporti ormai tesissimi
01:06:57tra gli Stati Uniti e l'America
01:06:59è durata tre ore, è durata tanto, sicuramente
01:07:01avevano anche molto di cui parlare dal momento
01:07:03che praticamente hanno tre anni che un presidente degli Stati Uniti
01:07:05non parlava realmente, non dialogava realmente
01:07:07con la sua controparte russa, quindi
01:07:09cose da dire ne avevano assolutamente
01:07:11qual è il risultato di questa chiamata?
01:07:13Il risultato di questa chiamata è che ci sarà
01:07:15un cessato del fuoco permanente di 30 giorni
01:07:17da parte della Russia nei confronti delle centrali
01:07:19elettriche ucraine
01:07:21questo è un piccolo segnale
01:07:23chiaramente si doveva arrivare ad una
01:07:25minima soluzione
01:07:27da questa chiamata, non si poteva uscire con nulla di fatto
01:07:29è arrivata, è un primo passo
01:07:31sicuramente ce ne serviranno degli altri
01:07:33sicuramente anche più intensi perché poi
01:07:35in realtà vediamo come
01:07:37questo sia il nulla in confronto
01:07:39ai massacri che avvengono sul territorio
01:07:41ucraino
01:07:43le fasi probabilmente saranno quelle di un
01:07:45cessato del fuoco anche permanente alla lunga
01:07:47vediamo quello che succederà, è chiaro che
01:07:49c'è stata una prima apertura e questo sicuramente
01:07:51è una cosa ottima dal punto di vista
01:07:53del dialogo. Assolutamente sì, prima
01:07:55con Marco Martino facevamo
01:07:57leva proprio su questo
01:07:59si ritorna a parlare tra
01:08:01Stati Uniti e Russia
01:08:03però c'è un grande assente
01:08:05in tutto questo che è l'Unione Europea
01:08:07lo diciamo spesso qui a The Passenger
01:08:09in realtà il più grande assente di tutti
01:08:11è l'Ucraina stessa più che
01:08:13l'Europa
01:08:15l'Europa chiaramente è un assente
01:08:17ma lo diciamo da tempo
01:08:19si è svegliata paradossalmente
01:08:21adesso con questa nuova
01:08:23Rearm Europe che poi anche lì vai
01:08:25a investigare ciò che sta succedendo
01:08:27non so dal punto di vista popolare quanto possa fare
01:08:29appeal nelle persone, lo stiamo vedendo
01:08:31quanto i sovranismi infatti stanno sempre
01:08:33prendendo più punti all'interno dei singoli
01:08:35stati, però certo il grande assente
01:08:37per me è l'Ucraina, allo stesso tempo
01:08:39non possiamo non parlare appunto della
01:08:41assenza dell'Europa ma ce lo possiamo aspettare
01:08:43l'Europa è stata passiva in questi
01:08:45anni perché ha avuto difficoltà, ha avuto paura
01:08:47ad esporsi, ha lasciato lo
01:08:49scettro mediatico agli Stati Uniti
01:08:51però poi non ricordiamo che comunque l'Europa
01:08:53è stata una grande finanziatrice
01:08:55magari non tanto nelle armi come ha fatto gli Stati Uniti
01:08:57ma per quanto riguarda tutti i finanziamenti
01:08:59i presidi esterni, quindi l'Europa in realtà
01:09:01è intervenuta e perché però non è all'interno
01:09:03di questo
01:09:05scenario? Perché chiaramente
01:09:07ha dialogato in una maniera sbagliata con Putin
01:09:09oggi Putin non parla con il
01:09:11Presidente degli Stati Uniti, oggi Putin parla
01:09:13con Trump, sono due cose diverse
01:09:15perché Trump si è messo a
01:09:17disposizione sin da subito per avere
01:09:19un dialogo con lui ed è per questo che
01:09:21c'è stata quella telefonata. L'Europa
01:09:23chiaramente negli anni i governi
01:09:25europei attuali che sono quelli di Meloni
01:09:27Macron, adesso
01:09:29Merz ma prima c'era Scholz eccetera
01:09:31hanno finanziato
01:09:33chiaramente l'Ucraina
01:09:35è ovvio che Putin non vuole sedersi
01:09:37al tavolo con nessuno di loro, al massimo
01:09:39si può aggiungere a questa trattativa per quanto magari
01:09:41possa sembrare potenzialmente inutile
01:09:43Erdogan ma più di lui di base
01:09:45non c'è proprio il modo, non c'è la base
01:09:47per poter parlare con
01:09:49l'Europa. L'Europa che poi in realtà
01:09:51quello che sta facendo è l'opposto di Trump, ossia sta cercando
01:09:53di riarmarsi, di dimostrare
01:09:55una forza militare
01:09:57in funzione del fatto che sarà lei
01:09:59probabilmente nel prossimo futuro
01:10:01il vero, diciamo, avversario
01:10:03della Russia. Assolutamente
01:10:05e Putin ha detto bene
01:10:07non parla con gli Stati Uniti, parla
01:10:09con Trump, parla con i Repubblicani
01:10:11questo però può essere un problema in futuro
01:10:13se si vuole tornare
01:10:15a far dialogare queste due
01:10:17superpotenze. È ancora
01:10:19più di nicchia, non parla con i Repubblicani, parla
01:10:21con Trump perché Trump non solo
01:10:23ha sconfitti democratici da una parte
01:10:25ma ha terremotato i Repubblicani
01:10:27perché oggi il partito Repubblicano
01:10:29non è più quel partito Repubblicano di un tempo
01:10:31oggi è il partito di Donald Trump, è lui che decide
01:10:33è lui che ha dato la sua impronta, quindi
01:10:35è chiaro che per il futuro questo può accadere problemi
01:10:37però io penso allo stesso tempo
01:10:39che se Trump, Trump ha vinto le elezioni
01:10:41ragazzi per due motivi, parliamoci chiaro
01:10:43il primo motivo è perché parlava
01:10:45dei confini dell'immigrazione
01:10:47clandestina e di fermare l'immigrazione
01:10:49clandestina. Il secondo motivo era quello di trovare
01:10:51una soluzione al conflitto
01:10:53tra l'Ucraina e la Russia. Perché?
01:10:55Perché comunque ne abbiamo avuti noi in Europa
01:10:57le conseguenze ne hanno avute anche negli Stati Uniti
01:10:59l'aumento dell'inflazione, dei costi
01:11:01in generale, anche del cibo eccetera
01:11:03quindi è chiaro che Trump
01:11:05ha vinto per questo e
01:11:07secondo me il partito democratico
01:11:09ma anche gli oppositori interni allo stesso partito
01:11:11repubblicano di Donald Trump dovranno
01:11:13fare ammenda e capire che per
01:11:15coinvolgere a livello elettorale
01:11:17una maggiore fetta di popolazione
01:11:19è necessario cambiare
01:11:21quello che è il dialogo sulla questione
01:11:23ucraino-russa. Ormai
01:11:25è diventato abbastanza impopolare
01:11:27spingere in maniera, non per l'Ucraina
01:11:29chiaramente è giusto, l'Ucraina è stata invasa
01:11:31eccetera, ma spingere in maniera spasmodica
01:11:33per l'invio di armi e per continuare un conflitto
01:11:35che chiaramente ha stancato
01:11:37popolazione mondiale e generale. Assolutamente
01:11:39grazie Alessandro Fornaciari per la tua analisi
01:11:41e continuiamo sul filone
01:11:43World Wide News, ci colleghiamo
01:11:45con Giorgio De Luca per la sua
01:11:47rassegna internazionale, andiamo
01:11:49Ciao Andrea e buonasera
01:11:51a tutti gli spettatori. Oggi
01:11:53iniziamo la rassegna stampa
01:11:55parlando della corsa
01:11:57a Riarmo che sta investendo l'Europa tutta
01:11:59iniziando in particolar modo a parlare
01:12:01dai paesi
01:12:03frontalieri, quindi i paesi baltici e la
01:12:05Polonia che per ragioni sia
01:12:07storiche e sia prettamente geografiche
01:12:09sono più sensibili alla
01:12:11minascia russa e belorussia
01:12:13tre giorni fa, il 15 marzo
01:12:15il primo ministro polacco
01:12:17Tusk ha parlato al Parlamento
01:12:19ed ha annunciato che entro fine anno
01:12:21vorrebbe reintrodurre
01:12:23la leva obbligatoria per tutti i maschi adulti
01:12:25della Polonia. La Polonia
01:12:27già ad oggi rappresenta una vera e propria potenza militare
01:12:29soprattutto se messa in paragone con
01:12:31gli altri eserciti europei
01:12:33però il primo ministro polacco
01:12:35non lo ritiene assolutamente sufficiente
01:12:37e vuole ampliare
01:12:39i ranghi dell'esercito da 200 mila unità
01:12:41a ben mezzo milione di persone
01:12:43parallelamente l'Estonia
01:12:45ha annunciato che nel 2026
01:12:47vorrà aumentare la spesa militare
01:12:49fino al 5% del proprio PIL
01:12:51e nella giornata di oggi invece
01:12:53i paesi baltici, quindi Lettonia
01:12:55Lituania, Estonia e la Polonia anche
01:12:57hanno annunciato di voler
01:12:59uscire dalla Convenzione di Ottawa
01:13:01la Convenzione di Ottawa è quella
01:13:03che regola
01:13:05il divieto delle mine anti-uomo
01:13:07nei conflitti armati
01:13:09evidentemente i paesi baltici e la Polonia
01:13:11ritengono l'uso
01:13:13delle mine anti-uomo
01:13:15un deterrente per
01:13:17fermare la Russia e la Bielorussia
01:13:19da minacce belliche. Spostandoci
01:13:21un po' più verso occidente
01:13:23oggi c'è stata una giornata che ha avuto
01:13:25dello storico in Germania
01:13:27perché la Bundestag, quindi la Camera
01:13:29bassa, ha votato con maggioranza di oltre
01:13:31due terzi
01:13:33il riarmo
01:13:35della Germania, infatti la Germania
01:13:37è sempre stata piuttosto vincolata
01:13:39da politiche di bilancio
01:13:41per non indebitarsi e oggi
01:13:43per la prima volta
01:13:45si svincula da questi
01:13:47rigorosi vincoli appunto per
01:13:49riarmarsi. Non si riarmerà solamente
01:13:51perché 500 miliardi
01:13:53avranno investiti anche per infrastrutture
01:13:55per rimodernizzare il paese
01:13:57Spostandoci ora dall'Europa
01:13:59all'Africa
01:14:01facciamo un piccolo focus
01:14:03su quello che sta avvenendo in Congo
01:14:05perché senza abusare
01:14:07della parola storica, però anche in Congo
01:14:09oggi sarebbe dovuto avvenire
01:14:11un incontro appunto storico
01:14:13tra il presidente del
01:14:15Congo e i capi delle milizie
01:14:17ribelli in Angola
01:14:19e di cosa sarebbe perché ciò non
01:14:21è avvenuto perché i capi delle milizie ribelli
01:14:23hanno disertato. Perché hanno disertato?
01:14:25Per due ragioni principali
01:14:27la prima perché ritengono il presidente
01:14:29del Congo non realmente
01:14:31interessato ad effettuare
01:14:33una pace in quanto stanno
01:14:35riprendendo le controoffensive a Kinshasa
01:14:37e in secondo luogo
01:14:39perché nella giornata
01:14:41di ieri l'Unione Europea
01:14:43ha fatto delle sanzioni
01:14:45contro un'impresa ruandese
01:14:47e contro personaggi piuttosto influenti
01:14:49sia tra le milizie armate
01:14:51congolesi sia tra le persone
01:14:53ruandesi
01:14:55e quindi diciamo che questa
01:14:57ingerenza è stata vista dai miliziani
01:14:59ribelli come una volontà
01:15:01di non portare
01:15:03alla pace in quelle terre
01:15:05marturiate dalla guerra
01:15:07quindi grazie ancora per la vostra attenzione
01:15:09e ci vediamo settimana prossima
01:15:11Grazie a te Giorgio
01:15:13grazie a tutta la redazione di World Wide News
01:15:15io vi ricordo li potete seguire
01:15:17su Instagram
01:15:19sono ragazzi giovanissimi che fanno
01:15:21la tempestività della notizia
01:15:23il loro punto di forza
01:15:25grazie a tutti voi invece per
01:15:27averci seguiti anche questo
01:15:29martedì appuntamento come sempre
01:15:31a settimana prossima e buon viaggio a tutti