Da un piccolo paese del Trentino fino alla cima del Kilimangiaro: a quasi 6mila metri, a un passo dal cielo. «A febbraio dell’anno scorso, mio padre è stato portato via da un cancro aggressivo, dopo vari mesi di lotta. Da quel momento, ho avuto un obiettivo ben preciso: arrivare in cima a quella montagna per stare il più vicino possibile a papà», spiega Gianni Faustini, 28enne di Condino, frazione di Borgo Chiese, che ha convinto la sua fidanzata e 5 amici in un viaggio che li ha portati sulla vetta della montagna più alta dell’Africa. «Organizzarsi per il Kilimangiaro non è una cosa facile. Oltre alla forma fisica, bisogna cercare di allenare il proprio corpo allo stress, ma soprattutto al mal di montagna”, spiega il ventottenne che, in cima alla montagna, ha lasciato una foto del padre. «Tutti mi hanno incoraggiato e spronato, abbiamo così affrontato la salita finale e alla fine ci siamo lasciati andare a un pianto liberatorio. Ho ringraziato tutti e ci siamo stretti in un bellissimo abbraccio», conclude il ventottenne ricordano l’ultimo tratto del viaggio percorso con la compagna e gli amici di una vita. (di Paolo Fornasari)
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