Regia: Armando Crispino
Paese: Italia - Germania - Jugoslavia
Genere: Thriller
Interpreti: Alex Cord: Jason Porter; Samantha Eggar: Myra Shelton; John Marley: Nikos Samarakis; Enzo Tarascio: commissario Giuranna
Horst Frank: Stephen; Enzo Cerusico: Alberto; Carlo De Mejo: Igor Samarakis; Nadja Tiller: Leni Schongauer Samarakis; Daniela Surina: Irene; Vladan Holec: Otello, il custode; Christiane von Blank: Velia; Mario Maranzana: brigadiere Vitanza; Rodolfo Bigotti: il motociclista; Wendy D'Olive: Giselle; Pier Luigi D'Orazio: Minelli; Ivan Pavicevac: poliziotto; Cinzia Bruno: la ragazza del motociclista.
TRAMA: Jason Porter, archeologo americano con un passato da alcolista, è al lavoro nella necropoli etrusca di Cerveteri per esplorare delle tombe recentemente scoperte. Inizia a effettuare degli scatti con una sonda e in una di esse scopre che nella camera funeraria ci sono degli affreschi nei quali è raffigurato Tuchulcha (il demone etrusco dell'oltretomba) mentre uccide una coppia di amanti. Poco dopo, tra Spoleto e Cerveteri ha inizio una serie di omicidi di giovani coppie a opera di un misterioso serial killer e i sospetti della polizia si indirizzano verso l’archeologo...
NOTE: Considerato il capostipite del filone archeologico del giallo all'italiana degli anni '70, è uno dei primi titoli a tentare la contaminazione tra il giallo classico e l'horror e il primo film all'interno del genere a utilizzare la musica classica in funzione espressiva (il Dies irae del Requiem di Giuseppe Verdi). Un'opera che, come rilevato anche dallo stesso Dario Argento, si distacca nettamente dalla sua trilogia zoonomica e dai suoi molteplici tentativi di emulazione. Soggetto e sceneggiatura sono di Armando Crispino e Lucio Battistrada, ma nelle versioni per l'estero il film risulta essere ispirato a un racconto breve dello scrittore inglese Bryan Edgar Wallace benché non vi si trovi riscontro. Per la versione tedesca ha collaborato Arne Elsholtz e per quella jugoslava Caslan Damjanovic. Crispino ha riferito che l'idea gli venne da una sua visita occasionale alla necropoli di Cerveteri, nella quale provò «una sensazione di disagio, quella che si prova di fronte a qualcosa che non si conosce». Il titolo del film inizialmente doveva essere Raptus ma cambiò in quello definitivo grazie al confronto tra gli autori e Goffredo Lombardo. È stato girato nel 1971 tra Spoleto, Cerveteri, Tarquinia, Frascati (villa Aldobrandini), Montefiascone (Basilica di San Flaviano). Oltre all'utilizzo diegetico del Requiem di Verdi, la colonna sonora è composta anche dai brani composti da Riz Ortolani. Venne distribuito in Italia dal 7 gennaio 1972 e poi in Spagna con il titolo El Dios de la muerte asesina otra vez (1 marzo 1972), negli USA come The Dead are alive (22 giugno 1972), in Germania Ovest come Das Geheimnis des gelben Grabes (31 dicembre 1972), in Messico (13 settembre 1973) e in Austria (ottobre 1992).
Paese: Italia - Germania - Jugoslavia
Genere: Thriller
Interpreti: Alex Cord: Jason Porter; Samantha Eggar: Myra Shelton; John Marley: Nikos Samarakis; Enzo Tarascio: commissario Giuranna
Horst Frank: Stephen; Enzo Cerusico: Alberto; Carlo De Mejo: Igor Samarakis; Nadja Tiller: Leni Schongauer Samarakis; Daniela Surina: Irene; Vladan Holec: Otello, il custode; Christiane von Blank: Velia; Mario Maranzana: brigadiere Vitanza; Rodolfo Bigotti: il motociclista; Wendy D'Olive: Giselle; Pier Luigi D'Orazio: Minelli; Ivan Pavicevac: poliziotto; Cinzia Bruno: la ragazza del motociclista.
TRAMA: Jason Porter, archeologo americano con un passato da alcolista, è al lavoro nella necropoli etrusca di Cerveteri per esplorare delle tombe recentemente scoperte. Inizia a effettuare degli scatti con una sonda e in una di esse scopre che nella camera funeraria ci sono degli affreschi nei quali è raffigurato Tuchulcha (il demone etrusco dell'oltretomba) mentre uccide una coppia di amanti. Poco dopo, tra Spoleto e Cerveteri ha inizio una serie di omicidi di giovani coppie a opera di un misterioso serial killer e i sospetti della polizia si indirizzano verso l’archeologo...
NOTE: Considerato il capostipite del filone archeologico del giallo all'italiana degli anni '70, è uno dei primi titoli a tentare la contaminazione tra il giallo classico e l'horror e il primo film all'interno del genere a utilizzare la musica classica in funzione espressiva (il Dies irae del Requiem di Giuseppe Verdi). Un'opera che, come rilevato anche dallo stesso Dario Argento, si distacca nettamente dalla sua trilogia zoonomica e dai suoi molteplici tentativi di emulazione. Soggetto e sceneggiatura sono di Armando Crispino e Lucio Battistrada, ma nelle versioni per l'estero il film risulta essere ispirato a un racconto breve dello scrittore inglese Bryan Edgar Wallace benché non vi si trovi riscontro. Per la versione tedesca ha collaborato Arne Elsholtz e per quella jugoslava Caslan Damjanovic. Crispino ha riferito che l'idea gli venne da una sua visita occasionale alla necropoli di Cerveteri, nella quale provò «una sensazione di disagio, quella che si prova di fronte a qualcosa che non si conosce». Il titolo del film inizialmente doveva essere Raptus ma cambiò in quello definitivo grazie al confronto tra gli autori e Goffredo Lombardo. È stato girato nel 1971 tra Spoleto, Cerveteri, Tarquinia, Frascati (villa Aldobrandini), Montefiascone (Basilica di San Flaviano). Oltre all'utilizzo diegetico del Requiem di Verdi, la colonna sonora è composta anche dai brani composti da Riz Ortolani. Venne distribuito in Italia dal 7 gennaio 1972 e poi in Spagna con il titolo El Dios de la muerte asesina otra vez (1 marzo 1972), negli USA come The Dead are alive (22 giugno 1972), in Germania Ovest come Das Geheimnis des gelben Grabes (31 dicembre 1972), in Messico (13 settembre 1973) e in Austria (ottobre 1992).
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