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CortometraggiTrascrizione
00:00La percentuale di donne in posizioni apicali a livello mondiale è salita al 33,5 per cento
00:09nel 2024 dal 19 e 4 del 2004, mentre in Italia è il 36 per cento dei top manager è donna,
00:15superando per la prima volta la media dell'Eurozona che è al 35 per cento, ma solo il 28 per
00:21cento delle posizioni manageriali complessive ricoperto da donne. E' quanto emerge dalle
00:25conclusioni del report Donne e Lavoro in Italia di Rome Business School, a cura di
00:29Carlo Imperatore, professore di relazioni industriali e politiche del lavoro, corporetta
00:33by suite board member di Rome Business School e direttore generale di Federal Manager Roma
00:37Lazio, e Valerio Mancini, direttore del centro di ricerca divulgativo di Rome Business School.
00:42L'Italia è però tra gli ultimi paesi europei per partecipazione femminile al lavoro, ben
00:45al di sotto di Germania, Francia e Spagna, solo il 51 per cento delle donne in età lavorativa
00:50è occupato, contro il 69 per cento degli uomini, arrivando a percentuali inferiori
00:54al 40 per cento nelle regioni meridionali. Rimangono inoltre difficoltà nel conciliare
00:59vita lavorativa e maternità, la ridotta presenza in carriera esteme, la bassa rappresentanza
01:04in posti di lavoro apicali e l'epidemia di part-time rendono l'occupabilità delle donne
01:08italiane tra le più basse del continente, sotto di circa 13 punti percentuali della
01:12media UE. Per Carlo Imperatore il gender gap in Italia è alimentato da stereotipi di genere,
01:17la carenza di servizi di cura, visioni tradizionali limitano le scelte professionali delle donne,
01:22mentre la scarsità di strutture per l'infanzia e l'assistenza agli anziani ne ostacola la
01:26partecipazione al lavoro. Gli squilibri di genere e territoriario rimangono molto forti
01:30nel mezzogiorno, il caso di occupazione femminile è di 56,5 per cento, 19,5 punti inferiore
01:37a quello maschile secondo l'Istat. Per quanto riguarda l'attuazione delle politiche dei,
01:41diversità, equità e inclusione, a livello dirigenziale, in Italia è affidata prevalentemente
01:46alle risorse umane, mentre in altri paesi è guidata da CEO o senior leader, favorendo
01:51una maggiore presenza femminile nei ruoli dirigenziali. Nonostante ciò, il contratto
01:55nazionale Industria e Servizi di novembre 2024 rappresenta un passo avanti verso la
02:00parità di genere in Italia, introducendo misure concrete di formazione, politica attiva
02:04e inclusione. In conclusione, come segnala Valerio Mancini, garantire la parità di genere
02:09richiede ambienti di lavoro equi, meritocratici e un forte sostegno alla welfare aziendale
02:13e alla conciliazione vita-lavoro, investendo nella formazione STEM e in modelli di leadership
02:18inclusivi.