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«Siamo orgogliosi, vogliamo sottolineare la gratitudine verso questi uomini e queste donne che nel silenzio continuano a salvaguardare sia le nostre vite che il nostro futuro. Siamo veramente grati per quello che fanno e  continuani a fare. Sono i nostri numeri 10». Lea Martimucci è la sorella di Domenico, per tutti Domi o il "piccolo Zidane", il calciatore rimasto ucciso a 27 anni in seguito all'esplosione di una bomba, in una sala giochi di Altamura, nel 2015. Quasi 10 anni dopo, i carabinieri hanno arrestato altre due persone - per tre è già stata emessa la sentenza definitiva di condanna - responsabili di aver fatto uno da intermediario e l'altro di aver fornito la bomba per l'attentato. Domi, in campo, indossava la maglia numero 10. E, in occasione della conferenza tenutasi negli uffici della procura barese, Lea Martimucci ha voluto ricordare quel numero 10. «Il numero 10 era ciò che era mio fratello nel campo - ha detto la ragazza -. Continuiamo a esaltare questo concetto. Noi siamo i numeri 10, i nostri uomini sono i numeri 10. Chi continua a combattere contro la mafia e l'illegalità è un numero 10, lo sarà per sempre».

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00:00la speranza e siamo veramente orgogliosi. La mia presenza qua oggi era proprio
00:05quella di sottolineare la gratitudine che abbiamo verso questi uomini e queste
00:11donne che nel silenzio continuano a salvaguardare sia le nostre vite che il
00:19nostro futuro in realtà. Quindi siamo veramente grati per tutto quello che
00:23fanno e continuano a fare. La giustizia prima o poi arriva e siamo
00:29veramente contenti di questi risultati. Sono i nostri numeri dieci e
00:36quello che era mio fratello nel campo continuiamo ancora con la sua
00:43memoria a esaltare questo concetto. Noi siamo i numeri dieci, i nostri
00:51uomini sono i numeri dieci, chi continua a combattere contro la mafia, contro
00:56l'illegalità è un numero dieci e lo sarà per sempre.
01:00Cosa è cambiato per voi in questi dieci anni?
01:04Cosa è cambiato? E' cambiato tutto. Per noi ogni giorno è il 5 marzo, però ogni
01:11giorno ci svegliamo con un obiettivo, quello di sicuramente non riusciremo a
01:17cambiare il mondo da soli, ma insieme alla comunità, insieme alla
01:22nostra associazione, la famiglia, gli uomini dello Stato. E' un grande
01:29traguardo quello di appunto lavorare insieme per un futuro
01:35migliore, un futuro per tutti. E ha visto cambiare qualcosa ad Altamura?
01:39Ad Altamura sì, come spesso dice il procuratore Nitti, c'è stato un prima e
01:46un dopodumi e questo effettivamente sul territorio si vede. Si vede perché la
01:54mafia purtroppo esiste, si rigenera, lo sappiamo, però noi ci siamo e siamo
02:02delle sentinelle sul territorio e insieme appunto sempre agli uomini
02:08dello Stato cerchiamo di mettere un frino. Possiamo cambiare e noi sul
02:15territorio, insieme ai ragazzi, cerchiamo di portare avanti quest'ideale
02:21insomma. E questo impegno antimafia è nato dopo il 5 marzo? E' nato dopo il 5
02:27marzo perché dovevamo continuare e io dico, e insieme ai ragazzi, diciamo che
02:33tutto questo è possibile solo grazie a Domi. Che avrebbe detto lui? Secondo me
02:41adesso starà ridendo ed è sicuramente orgoglioso di noi, di quello che
02:48stiamo facendo per lui e per noi stessi.

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