Truffano e rapinano un'anziana: bottino da 3 milioni di euro
Derubata la moglie 8oenne dell'ex ministro Paolo Baratta che, credendo di dover "salvare" la figlia, consegna soldi e oro ai malviventi. Arrestato uno di loro.
Un vero e proprio film dell’orrore quello di cui è stata protagonista suo malgrado un ‘ottantacinquenne nella sua casa romana, che nel corso di un pomeriggio è stata vittima di una truffa pericolosamente degenerata in una violenta rapina e che ha fruttato oltre tre milioni di euro ai malviventi. La vittima è Gemma Bracco, moglie dell'ex ministro Paolo Baratta, che durante la sua carriere politica fu ministro per l'Ambiente, ministro del Commercio con l'Estero, ministro dei Lavori Pubblici, ministro per il Riordino delle partecipazioni statali e presidente, dal 1998 al 2001 della Biennale di Venezia.
Il sistema è sempre quello ormai noto, sedicenti carabinieri o avvocati si spacciano per intermediari, con una richiesta di denaro fatta per aiutare un parente in difficoltà. In questo caso l’anziana è stata raggiunta sul telefono fisso da un finto avvocato che le comunicava che la figlia aveva investito un pedone, chiedendole 6.500 euro per risarcire la persona investita. Mentre la signora parlava al telefono fisso un maresciallo dei Carabinieri di Venezia la chiamava sul telefono cellulare dicendo che la figlia si trovava in stato di fermo in caserma. Stratagemma utilizzato per impedire alla vittima di avvertire familiari o altri in suo soccorso durante la richiesta di denaro.
La signora pressata dalle richieste e dalle intimidazioni fa l’errore di cedere e accordarsi per consegnare quanto richiesto, a titolo di risarcimento per “liberare” la figlia in caserma. I complici della banda arrivano dopo poco in casa ma non si fermano alla prima visita.
Mentre il finto maresciallo le intima di non contattare altri familiari e di far aspettare un’ospite che le aveva fatto visita al piano superiore, le richieste di denaro e preziosi continuano da parte di una serie di persone che continuano a bussarle a casa. Uno dei truffatori dopo aver messo a soqquadro l’appartamento in cerca di preziosi la prende per un braccio e la scaraventa violentemente contro una sedia minacciando di “spezzarla in due e buttarla dalla finestra” L’accanimento continua e la donna stremata arriva anche a riempire una borsa di argenteria e scendere in strada per consegnarla ai malviventi. Quando i malviventi si dileguano, dopo essere riusciti a portarle via oltre tre milioni di euro tra denaro in contanti, gioielli, lingotti d’oro e argenteria, la signora chiama la figlia che si precipita in casa. Dopo aver capito cosa era successo le due donne avvisano la polizia e sporgono denuncia. Grazie alle telecamere di videosorveglianza della palazzina partono le indagini della procura di Roma, retta dal dottor Lo Voi e gli investigatori coordinati dal dottor Conso riescono a individuare uno dei complici che aveva bussato più volte a casa della signora e l’aveva minacciat
Derubata la moglie 8oenne dell'ex ministro Paolo Baratta che, credendo di dover "salvare" la figlia, consegna soldi e oro ai malviventi. Arrestato uno di loro.
Un vero e proprio film dell’orrore quello di cui è stata protagonista suo malgrado un ‘ottantacinquenne nella sua casa romana, che nel corso di un pomeriggio è stata vittima di una truffa pericolosamente degenerata in una violenta rapina e che ha fruttato oltre tre milioni di euro ai malviventi. La vittima è Gemma Bracco, moglie dell'ex ministro Paolo Baratta, che durante la sua carriere politica fu ministro per l'Ambiente, ministro del Commercio con l'Estero, ministro dei Lavori Pubblici, ministro per il Riordino delle partecipazioni statali e presidente, dal 1998 al 2001 della Biennale di Venezia.
Il sistema è sempre quello ormai noto, sedicenti carabinieri o avvocati si spacciano per intermediari, con una richiesta di denaro fatta per aiutare un parente in difficoltà. In questo caso l’anziana è stata raggiunta sul telefono fisso da un finto avvocato che le comunicava che la figlia aveva investito un pedone, chiedendole 6.500 euro per risarcire la persona investita. Mentre la signora parlava al telefono fisso un maresciallo dei Carabinieri di Venezia la chiamava sul telefono cellulare dicendo che la figlia si trovava in stato di fermo in caserma. Stratagemma utilizzato per impedire alla vittima di avvertire familiari o altri in suo soccorso durante la richiesta di denaro.
La signora pressata dalle richieste e dalle intimidazioni fa l’errore di cedere e accordarsi per consegnare quanto richiesto, a titolo di risarcimento per “liberare” la figlia in caserma. I complici della banda arrivano dopo poco in casa ma non si fermano alla prima visita.
Mentre il finto maresciallo le intima di non contattare altri familiari e di far aspettare un’ospite che le aveva fatto visita al piano superiore, le richieste di denaro e preziosi continuano da parte di una serie di persone che continuano a bussarle a casa. Uno dei truffatori dopo aver messo a soqquadro l’appartamento in cerca di preziosi la prende per un braccio e la scaraventa violentemente contro una sedia minacciando di “spezzarla in due e buttarla dalla finestra” L’accanimento continua e la donna stremata arriva anche a riempire una borsa di argenteria e scendere in strada per consegnarla ai malviventi. Quando i malviventi si dileguano, dopo essere riusciti a portarle via oltre tre milioni di euro tra denaro in contanti, gioielli, lingotti d’oro e argenteria, la signora chiama la figlia che si precipita in casa. Dopo aver capito cosa era successo le due donne avvisano la polizia e sporgono denuncia. Grazie alle telecamere di videosorveglianza della palazzina partono le indagini della procura di Roma, retta dal dottor Lo Voi e gli investigatori coordinati dal dottor Conso riescono a individuare uno dei complici che aveva bussato più volte a casa della signora e l’aveva minacciat
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